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Saitta: In Piemonte solo il 2% dei genitori rifiuta di vaccinare i figli

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In Piemonte le famiglie che hanno rifiutato in modo convinto e motivato la vaccinazione dei loro bambini sono circa il 2%: lo detto l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, rispondendo il 27 ottobre in Consiglio regionale ad un’interrogazione della consigliera regionale Maria Chiara Chiapello, che chiedeva di conoscere la posizione della Giunta a seguito dell’allarme relativo al fenomeno del rifiuto vaccinale. «In Piemonte – ha detto Saitta – è in vigore un piano di prevenzione vaccinale che, da oltre dieci anni, basa la propria iniziativa sul principio dell’adesione consapevole dei genitori. Circa il 97% dei nuovi nati si sottopone alla vaccinazione nel primo anno di vita. Solo il 92% circa accetta invece la vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia proposta all’età di 15 mesi». L’assessore ha poi osservato che se «il fenomeno del rifiuto vaccinale è leggermente in crescita anche in Piemonte, tuttavia, confrontando i nostri risultati con quelli di altre Regioni, possiamo concludere che l’approccio promozionale degli operatori dei nostri servizi vaccinali ha impedito il radicamento e la crescita nel nostro territorio di movimenti antivaccinali». Infine, Saitta ha sostenuto che «l’elevato livello di copertura raggiunto nel primo anno di vita è frutto del lavoro di promozione attiva svolto dagli operatori dei servizi vaccinali che sono stati tutti formati nel corso degli anni. Il livello più basso ottenuto dalla vaccinazione antimorbillo indica una particolare diffidenza verso questo specifico vaccino e non verso le vaccinazioni in genere. Le persone diffidenti che rifiutano la vaccinazione rappresentano una minoranza di soggetti generalmente molto informati, anche se in modo distorto, spesso attivamente impegnati nelle campagne di rifiuto delle vaccinazioni e che difficilmente cambiano la propria opinione anche dopo i colloqui con i nostri operatori».

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