
Con 312 voti a favore il testo unificato “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare” è stato approvato ieri pomeriggio in seconda lettura dalla Camera dei deputati, dopo le modifiche del Senato che avevano cercato di recepire i suggerimenti delle associazioni dei familiari. Tra le principali novità del provvedimento: l’introduzione dell’istituto giuridico del trust, per salvaguardare il patrimonio da utilizzare per il figlio; la cancellazione dell’imposta di successione e donazione per i genitori, ad esempio per la casa di proprietà; la riduzione di aliquote e franchigie e le esenzioni per l’imposta municipale sugli immobili; l’innalzamento dei parametri sulla deducibilità per le erogazioni liberali e le donazioni; la detraibilità delle spese per le polizze assicurative, con l’incremento da 530 a 750 euro della detraibilità dei premi per le assicurazioni sul rischio morte; l’istituzione presso il ministero del Lavoro del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, con una dotazione di 90 milioni di euro per quest’anno, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni annui dal 2018 in poi. «Dopo una attesa di quasi 20 anni» ha commentato Elena Carnevali, deputata del Pd componente della commissione Affari sociali e relatrice alla proposta di legge sul ‘Dopo di noi’ «approviamo la legge per l’assistenza dei disabili gravi privi del sostegno familiare che pone fine alla grande disattenzione che c’è stata fino ad ora su questo tema. Questa legge è un tassello molto importante in materia di politiche per i disabili che il governo Renzi ha rimesso al centro della agenda di governo prevedendo anche specifici capitoli di bilancio. Con questa legge, che dopo i pesanti tagli della destra stanzia più di 150milioni di euro in tre anni, molte famiglie tornano ad avere un futuro. Mi piace anche ricordare la legge 328 voluta fortemente da Livia Turco e che rappresenta il punto di riferimento per questo intervento legislativo. È una pagina di buona politica ed è aderente alle indicazioni dell’art. 19 della Convenzione dell’Onu per le persone con disabilità e amplia gli spazi di partecipazione e democrazia. La legge va nella direzione auspicata dal presidente Mattarella lo scorso 30 marzo in occasione della giornata della disabilità intellettiva quando affermò ‘un paese più ricco è più ricco se percepisce le diversità come fattore di ricchezza; è più povero se comprime la libertà di alcuni limitando le loro possibilità». «È una legge di cui andiamo orgogliosi. Vale la legislatura» Così Margherita Miotto, deputata del Pd, nella dichiarazione a favore della legge sul ‘Dopo di noi’. «Chi è si è opposto a questa legge è fuori dalla realtà» ha detto Miotto, riferendosi al Movimento 5 stelle che si è detto contrario. «Questa legge sul ‘dopo di noi’» hanno affermato i deputati M5S in commissione Affari Sociali «rappresenta un’occasione mancata per la vera presa in carico di cittadini disabili, soprattutto quelli appartenenti alle fasce più fragili e meno abbienti. Fortemente favorite, invece, sono le assicurazioni e i trust, che si rivolgeranno ai cittadini abbienti e che hanno usufruito di un bel regalo da parte di Pd e governo. In sostanza, i privati potranno offrire strumenti di sostegno ma soltanto nei confronti di quanti già oggi sono in grado di assicurarseli. Una beffa che amplia la forbice tra famiglie ricche e povere con disabili a carico. A monte del ragionamento su questa Proposta di legge che la maggioranza ha approvato c’è un presupposto che non può essere taciuto: se lo Stato fornisse un’adeguata assistenza – già adesso obbligatoria per legge – ai cittadini disabili conviventi con genitori, non ci troveremmo nell’attuale stato di abbandono cronico, rispetto al quale si cerca poi di mettere toppe con provvedimenti come il Dopo di noi, i quali si traducono in spregiudicati favori nei confronti di soggetti privati. Infine, questa legge esclude sostanzialmente dai suoi benefici un milione e ottocentomila disabili. Chi è economicamente in grado di accedere a strumenti privati di sostegno, attraverso assicurazioni e trust avrà un modo in più per potersi adeguatamente tutelare ma a tutti gli altri, la stragrande maggioranza della platea, andranno solo le briciole. Le risorse non solo non saranno assegnate in base alle reali esigenze dei singoli territori ma, una volta suddivise, saranno talmente esigue da non consentire nessun miglioramento nella tutela e assistenza dei disabili».