
Si apre domani a Roma l’XI Congresso Nazionale della Società Italiana di Health Technology Assessment.
«Diffondere nel miglior e più ampio modo possibile la cultura dell’Hta, coinvolgendo tutti gli attori del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), era e resta la principale finalità della Sihta. Con il nostro undicesimo convegno, siamo felici di dare testimonianza della crescita della Hta avvenuta in questi anni, sia a livello nazionale, sia internazionale ed europeo in particolare, ma consapevoli che c’è ancora molta strada da fare, ci auguriamo che questo processo sia in continua progressione. Sul piano istituzionale, auspichiamo il consolidamento delle strategie nazionali ed europee avviate in questi anni, che assegnano un ruolo centrale nel governo dell’innovazione alle metodiche della valutazione delle tecnologie sanitarie e ai processi decisionali basati sulle evidenze». È quanto afferma Pietro Derrico presidente della Sihta (Società Italiana di Health Technology Assessment) alla vigilia dell’XI Congresso nazionale dal titolo “L’Hta per la salute: prospettive in Italia ed in Europa” a Roma dall’11 al 13 ottobre. «Così come si intende coinvolgere un numero sempre maggiore di società scientifiche nella cultura della valutazione, nonché nelle attività operative ad essa associate, sarebbe necessario, a livello istituzionale» aggiunge Derrico «allargare l’orizzonte ad altri attori (dall’Inail all’Inps, dal Ministero Economia e Finanze al Ministero dello Sviluppo Economico) per poter dare valore, nell’ambito delle valutazioni condotte, anche ad elementi che, discendono dall’applicazione di una tecnologia in ambito sanitario, ma che possono essere apprezzati in altri settori della vita sociale ed economica del Paese. Crediamo che questo passaggio (che porta in sé un maggiore respiro e capacità di incidere sulla qualità e innovazione dei prodotti e dei servizi del Ssn) sia risolutivo per poter, concretamente, superare l’approccio di silos budgeting che negli anni ha fortemente limitato le possibilità di innovare, anche quando l’innovazione avrebbe consentito notevoli risparmi di spesa al sistema Paese nel suo complesso ed incrementato ulteriori elementi socialmente virtuosi della filiera della salute (occupazione intellettuale qualificata, export in UE e Paesi emergenti, etc.). Emerge, infine forte e chiara» conclude il presidente della Sihta «la necessità di diffondere la cultura dell’Hta e la conoscenza delle finalità delle valutazioni in ambito sanitario sia ai pazienti/cittadini/elettori sia ai decisori politici. Ciò in maniera molto più ampia di quanto è possibile ipotizzare e realizzare rispetto al loro coinvolgimento operativo durante l’iter valutativo. Tutto ciò con l’obiettivo di riequilibrare da un lato aspettative, cresciute a dismisura, difficilmente assicurabili sotto il profilo clinico, organizzativo ed economico, e dall’altro aiutare il decisore politico, a massima garanzia della sua libertà di azione, ad operare scelte avendo chiara conoscenza delle evidenze scientifiche disponibili e della loro forza».