
Al XII Congresso della Società italiana di Health Technology Assessment, che si è tenuto a Milano a Palazzo Lombardia il 10 e l’11 ottobre, sono state indagate le applicazioni delle nuove tecnologie.
L’intelligenza artificiale offre numerosi benefici ma i rischi sono dietro l’angolo e non sono ancora del tutto conosciuti. Al XII Congresso della Società italiana di Health Technology Assessment, che si è tenuto a Milano a Palazzo Lombardia il 10 e l’11 ottobre, sono state indagate le applicazioni delle nuove tecnologie. «Abbiamo una quantità di applicazioni in medicina che ci consentono di fare cose che prima richiedevano un tempo molto più lungo», ha osservato Alberto Tozzi, responsabile unità di funzione Innovazione e Percorsi Clinici e dell’area di ricerca malattie multifattoriali e malattie complesse dell’Irccs Ospedale Bambin Gesù di Roma. «Non per raffreddare gli entusiasmi – ha continuato – ma la conclusione di un algoritmo non è sempre corretta perché tutti i dati necessari non sono sempre disponibili. La responsabilità decisionale quindi deve sempre essere mantenuta dall’uomo». Altra considerazione che il professore del Bambin Gesù avanza è che la «tecnologia va avanti veloce ma non altrettanto la scienza che dovrebbe verificare l’attendibilità dei dati. Dobbiamo concentrarci sui domini in cui i dati sono tanti, coerenti e controllabili. Senza dimenticare mai l’etica nell’implementazione di queste tecnologie e garantire che una volta sviluppati questi sistemi siano disponibili per tutti e aggiornati». Sul legame stretto che dovrebbe avere lo sviluppo digitale globale e l’etica si è concentrato padre Alberto Carrara, membro della Pontificia Accademia per la vita, direttore del gruppo di ricerca in Neurobioetica dell’ateneo pontificio Regina Apostulorum di Roma e membro dell’Unesco Chair in Bioethics and Human Rights di Roma. «Le applicazioni dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario oggi rappresentano 8 miliardi di dollari in termini di investimento. Ma consideriamo, chi si può permettere di essere monitorato da questi algoritmi? La speranza è che se vengono largamente diffusi i costi a lungo andare si contengano». La risposta, secondo il membro della Pontificia Accademia per la vita, per uno sviluppo digitale globale è l’inclusione. «La ricetta mi è stata ispirata dal messaggio di Francesco per l’ultima Giornata mondiale del migrante che si declina in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere, integrare». Sempre sull’etica, si è soffermato Giandomenico Nollo, presidente del consiglio scientifico del Congresso e docente di bioingegneria dell’Università di Trento. «L’ intelligenza artificiale ci impone di pensare nuovi modelli per la valutazione della tecnologia in funzione del suo impatto sul sistema salute. Efficacia, efficienza, cambiamento, professionale, responsabilità sono gli elementi s u cui concentrare la nostra prima attenzione ma solo dopo aver affrontato ed esserci interrogati sui temi etici che l’introduzione di tecnologia che potenzialmente superano la nostra capacità di controllo ci pone». Dei passi ancora da compiere sul piano della valutazione della intelligenza artificiale ha parlato Matteo Ritrovato, segretario comitato tecnico scientifico SIHTA responsabile Health Technology Assessment dell’Irccs Ospedale Bambino Gesù di Roma. Ad oggi sono chiare, ma ancora irrisolte, le problematiche legate alla protezione dei dati, alla responsabilità legale, al rapporto fra il medico e il paziente e al rischio di profilazione degli utenti. Ma «La letteratura scientifica sul tema – ha osservato – dimostra che nonostante ci sia stato un aumento delle pubblicazioni, pochi lavori, se non nessuno, siano stati tradotti nella pratica clinica. Inoltre, una recente revisione di letteratura ha evidenziato forti limiti metodologici negli studi che comparavano la performance dell’intelligenza artificiale con il medico specialista. Mancano quindi i dati sugli outcome clinici, organizzativi ed economici di queste tecnologie ed emerge l’assenza di modelli di validazione». Oggi sono enormi le aspettative attorno all’intelligenza artificiale in medicina «Ma va verificato se migliori outcome economici e organizzativi abbasseranno i costi e se l’accesso aumentato potrà determinare un miglioramento delle condizioni di salute della popolazione».