
Il Governo, nel Consiglio dei ministri di mercoledì 15 giugno, ha ratificato la riduzione dei comparti di contrattazione nella PA, dopo l’intesa con i sindacati dello scorso aprile. I nuovi comparti saranno: Funzioni centrali, Funzioni locali, Istruzione e ricerca e Sanità. “Aran e sindacati” ricorda Fvm, Federazione Veterinari e Medici “avevano stilato l’accordo che riduce i comparti del pubblico impiego assicurando alla dirigenza sanitaria una specifica autonomia. La dirigenza tecnica e amministrativa delle ASL/AO è stata collocata nell’area delle funzioni locali. L’Istituto superiore di sanità nell’area della ricerca. I medici e i veterinari del Ministero della salute sono nell’area delle funzioni centrali. La nostra confederazione COSMeD ha sottoscritto il Ccnq da cui prende vita la nuova articolazione e sarà presente in tutte le 4 aree di contrattazione”. «Le condizioni per aprire la contrattazione ci sono, ora Governo e Regioni devono cominciare a parlare con i sindacati di risorse e di nuova modalità di remunerazione dei medici e dei veterinari pubblici» ha commentato il Presidente di Federazione Veterinari e Medici Aldo Grasselli. «Il nuovo contratto di lavoro sarà un importante banco di prova della volontà della parte datoriale di premiare le professionalità sanitarie e non solo quelle amministrative e gestionali. A questo dovrebbe concorrere – ha ricordato Grasselli – anche quanto concordato nell’intesa sull’art. 22 del patto per la salute dove si prevedono equivalenze retributive tra le posizioni strutturate ai fini manageriali e quelle definite ai fini professionali». Il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa, ha commentato la misura con queste parole: “Ora è possibile iniziare a discutere con i sindacati per il rinnovo che è fermo da anni. Era un obbligo, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, ma anche un dovere che ci sentiamo di prendere come Governo. Oggi facciamo un primo passo. Su questo voglio però essere molto chiaro: si richiederanno tempi non semplicissimi”. «Anche noi vogliamo essere molto chiari – ha concluso il Presidente di Fvm – non accetteremo contratti a perdere. Come non accetteremo ulteriori dilazioni sul problema del precariato che non è più un problema di spesa (che già c’è e resta incomprimibile) ma che è diventato un problema di dignità morale dei sanitari precari e della loro futura tutela previdenziale!».