
Vincenzo Morgante, Presidente della Fondazione Ghirotti sulle pagine di Panorama della Sanità evidenzia «la lotta al dolore deve continuare ad essere una priorità nell’agenda politica di chi, a ogni livello, governa il nostro Paese».
A quasi 10 anni dall’emanazione della Legge 38/2010 «colpisce constatare che ancora troppe persone e famiglie vivono nella solitudine della “inguaribilità”. La legge 38 risulta ancora sconosciuta alla maggior parte dei cittadini, lo sviluppo delle reti locali è ancora molto disomogeneo così come, tra le diverse Regioni, l’adozione di modelli organizzativi e percorsi assistenziali di presa in carico del paziente; anche l’offerta formativa in cure palliative per gli operatori sanitari è ancora insufficiente e particolarmente critica risulta la terapia del dolore in età pediatrica. Per questo la lotta al dolore deve continuare ad essere una priorità nell’agenda politica di chi, a ogni livello, governa il nostro Paese». È quanto afferma Vincenzo Morgante, Presidente della Fondazione Ghirotti, nell’articolo pubblicato su Panorama della Sanità n. 5 (maggio 2019) in vista della Giornata del Sollievo, promossa dalla Fondazione che si celebra ogni anno nell’ultima domenica di maggio per sensibilizzare sul tema i cittadini. «La Giornata del Sollievo – evidenzia Morgante – ha una connotazione affermativa e propositiva: non è direttamente “contro” il dolore o la sofferenza, ma “a favore” del sollievo, ricercando l’affrancamento dalla sofferenza e dal dolore in chi è malato e nelle persone care. Quel sollievo che è sempre possibile, anche nei casi in cui la persona permane nella condizione di malattia o al termine della vita. Un sollievo che può essere raggiunto grazie a nuovi e sempre più efficaci farmaci e terapie, ma anche attraverso una cura umana fatta di attenzione, tenerezza, vicinanza, sostegno e amore. Bisogna tornare alla medicina della persona. Sollievo non significa solo affrancamento dal dolore fisico o da altri sintomi, vuol dire anche sentirsi persona sempre valorizzata, degna di cura e di rispetto fino alla fine della vita, quando non è più possibile guarire».