
La lettera della Federation of Italian Cooperative Oncology Group indirizzata ai vertici istituzionali. Il 42,2% degli studi clinici condotti in Italia riguarda il trattamento dei tumori. Il presidente Carmine Pinto: «Vanno messi in rete i diversi ambiti dell’oncologia clinica e traslazionale in un’unica strategia.
“Serve un progetto nazionale per la ricerca che includa e metta in rete i diversi ambiti dell’oncologia clinica e traslazionale in un’unica strategia e con adeguate risorse. Chiediamo di condividere idee e programmi per la ricerca oncologica italiana e che vengano definite linee di indirizzo e realizzate le infrastrutture necessarie. La ricerca dovrebbe essere sempre più rappresentata e considerata nelle strategie di sviluppo del nostro Paese, di cui costituisce un’importante risorsa. Chiediamo alle Istituzioni attenzione e sostegno”. È l’appello contenuto nella lettera firmata dal prof. Carmine Pinto, presidente della Federation of Italian Cooperative Oncology Group (Ficog), e inviata oggi a Roberto Speranza (Ministro della Salute), a Lorenzo Fioramonti (Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), a Luca Li Bassi (Direttore Generale Agenzia Italiana del Farmaco, Aifa), a Silvio Brusaferro (Commissario Straordinario Istituto Superiore di Sanità, Iss), e a Francesco Bevere (Direttore Generale Agenas). “Dei 564 studi clinici autorizzati da Aifa nel 2017, ben 238 (42,2%) hanno riguardato l’Oncologia – afferma Pinto nella lettera -. La ricerca oncologica italiana ha presentato costantemente negli anni elevati e qualificati livelli di produzione e di pubblicazioni scientifiche, nonostante la frammentarietà, le scarse risorse disponibili (tra le più basse del mondo occidentale), i limiti infrastrutturali e la precarietà del personale coinvolto”. Ficog offre piena disponibilità alle Istituzioni a collaborare per definire le norme attuative del Decreto Legge relativo al riassetto e alla riforma della sperimentazione clinica dei medicinali ad uso umano (Decreto Legge n. 52 del 14 maggio 2019). “Questo provvedimento – sottolinea Pinto nella lettera – può rappresentare un importante punto di partenza di un progetto strutturale e condiviso per la ricerca italiana. Il Decreto affronta punti rilevanti per lo sviluppo della ricerca, che i gruppi cooperativi si trovano a gestire quotidianamente, quali l’utilizzo a scopo di ricerca di materiale biologico o clinico residuo da precedenti sperimentazioni, la formazione del personale coinvolto nella ricerca, i requisiti per l’autorizzazione dei centri per la conduzione di sperimentazioni cliniche dalle fasi I alle fasi IV, l’indipendenza della sperimentazione ed i conflitti di interesse, l’identificazione degli studi no-profit e le relative facilitazioni, gli studi osservazionali, fino alla cessione dei dati dei risultati della sperimentazione no profit ai fini registrativi. Abbiamo, quindi, una grande occasione perché il nostro Paese possa realizzare e strutturare la rete per la ricerca oncologica e rispondere con un balzo in avanti alle richieste dei nostri pazienti, in una grande e reale sfida per l’innovazione. La ricerca è possibilità di ‘vita’ per i malati di cancro ed è un dovere istituzionale”. Ficog è stata costituita nell’aprile 2015, sotto l’egida dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), dai 15 gruppi cooperativi oncologici italiani che hanno negli anni sviluppato la ricerca oncologica nel nostro Paese.