
Lo psicologo di base è inserito nel Distretto socio sanitario per l’attività di assistenza psicologica primaria e opera in collaborazione con medici di medicina generale, con i pediatri di libera scelte e con gli specialisti ambulatoriali. «Un esempio virtuoso che anche Regione Lombardia può seguire» commenta Parolin, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
Sostenere e integrare l’azione dei medici di Medicina Generale e dei pediatri di libera scelta. È questo l’obiettivo dell’istituzione del servizio di Psicologia di base approvata ieri dal Consiglio regionale della Campania. Il servizio è realizzato da ciascuna Asl a livello dei Distretti sanitari di base, ed è svolto da psicologi liberi professionisti a rapporto convenzionale. Lo psicologo di base è inserito nel Distretto socio sanitario per l’attività di assistenza psicologica primaria e opera in collaborazione con medici di medicina generale, con i pediatri di libera scelte e con gli specialisti ambulatoriali, deve fornire un primo livello di assistenza psicologica integrato con gli altri servizi sanitari. La Giunta Regionale, entro 180 giorni con uno specifico provvedimento, disciplina la formazione degli elenchi Provinciali, e la gestione degli incarichi convenzionali. Con l’approvazione della legge, viene istituito inoltre l’elenco provinciale degli psicologi delle Cure Primarie al quale possono iscriversi i professionisti in possesso dei seguenti requisiti: laurea in Psicologia; iscrizione all’Albo degli psicologi; assenza di rapporti di lavoro dipendente a tempo indeterminato con le strutture del Servizio sanitario nazionale regionale; attestato di abilitazione rilasciato dalla Regione Campania a seguito della frequenza e superamento esame finale di specifico corso semestrale regolamentato dalla Giunta Regionale della Campania sul tema dello psicologo di base e sulle cure primarie.
Un esempio virtuoso che anche Regione Lombardia può seguire
«Una conquista importante per la regione Campania, un esempio virtuoso che anche la Lombardia può seguire», ha commentato Laura Parolin, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia. Sottolineando come il tema della salute mentale sia tornato in primissimo piano con il COVID-19, Parolin ha spiegato che “«a Regione Lombardia, territorio tra i più colpiti dal coronavirus, dovrebbe integrare di più il contributo della psicologia non solo nella gestione dell’emergenza, ma anche per favorire quelle politiche di prevenzione tanto auspicate per la ripartenza. Per garantire appropriati percorsi di cura, occorre che i servizi dell’area salute mentale operino in una maggiore e organica integrazione: proprio in questo momento senza precedenti si è infatti mostrata in modo ineluttabile l’esigenza di un coordinamento più efficace fra i poli ospedalieri e la rete territoriale, che si potrebbe recuperare valorizzando le Unità di Psicologia e facendole interfacciare con il territorio attraverso lo psicologo di base». «Sappiamo, dall’esame dei dati epidemiologici, che il nostro tempo è caratterizzato da un crescente disagio psicologico, con pesanti ricadute sulla qualità della vita. La situazione socio-economica post COVID-19 è destinata a far lievitare condizioni soggettive di sofferenza, disagio, depressione e ansia, che potranno aumentare i sintomi psicosomatici e spingere più persone a rivolgersi al medico di medicina generale in cerca di aiuto. In questo scenario è intuibile il valore dello psicologo di base, che può coadiuvare il medico e intervenire in caso di disagio psicologico, cominciando dalla sua precoce individuazione per prevenire la degenerazione in forme croniche e/o patologiche, assicurando un miglior trattamento e dunque una migliore risposta ai bisogni di salute dei singoli e delle comunità. Un sistema sanitario efficace deve essere in grado di presidiare la componente psicologica della salute, non solo per intercettare e diminuire il peso crescente dei disturbi della popolazione, ma anche per soddisfare quella domanda di benessere psicologico che spesso viene trascurata». «Non sottovalutiamo il fatto che fornire un migliore sostegno psicologico produce risparmi effettivi: la medicalizzazione o la non risposta a problemi a forte componente psicologica ha elevatissimi costi sanitari e sociali, come acclarato da molti studi, al contrario una risposta pertinente, integrata e tempestiva risulta fortemente virtuosa dal punto di vista economico, aumentando la sostenibilità del sistema», ha concluso Laura Parolin.