
Il documento programmatico di Afi, Fadoi, Gidm e Simef: “Valutazione semplificata degli studi, maggior coinvolgimento dei professioni della ricerca, minore burocratizzazione dei fondi destinati alla ricerca”.
Migliorare la conduzione della Ricerca Clinica in Italia. È questo l’obiettivo del documento programmatico redatto da Afi (Associazione Farmaceutici Industria), Fadoi (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), Gidm (Gruppo Italiano Data Manager) e Simef (Società Italiana di Medicina Farmaceutica). Il documento è nato con l’intento spiegano le Associazioni “di fare tesoro dell’esperienza maturata durante l’emergenza CoViD-19 per far ripartire la ricerca in Italia con misure pratiche e facilmente realizzabili, selezionate tra quelle implementate in condizioni di emergenza. Il presupposto è che, se applicate anche in condizioni di normalità, queste misure possano configurare un miglioramento di qualità ed efficienza della Ricerca Clinica, per rendere il nostro Paese più efficiente, più competitivo e più attrattivo per investimenti in questo settore. Secondo Afi, Fadoi, Gidm e Simef vi è la necessità “di applicare il principio di una valutazione semplificata per l’attivazione degli studi” inoltre è necessaria “l’adozione di misure atte ad agevolare l’inserimento nei Centri delle figure professionali della Ricerca Clinica (come Study Coordinator e Data Manager), in un numero sufficiente e con un’adeguata preparazione” infine è “di fondamentale importanza un aumento delle risorse a disposizione della Ricerca Clinica. Si raccomanda inoltre che i finanziamenti provenienti da sperimentazioni cliniche condotte da sponsor industriali, associazioni o altri soggetti privati siano totalmente utilizzati e reinvestiti in ricerca e che, pur nella massima trasparenza, le procedure di assegnazione e gestione dei fondi per gli sperimentatori vengano rese meno burocratizzate e quindi più celeri”.