
Approvata nuova legge sullo sviluppo delle forme associative della Medicina generale.
L’emergenza pandemica ha reso ancora più evidente il ruolo fondamentale di un’efficiente medicina del territorio nella gestione dei pazienti ambulatoriali. Alla luce di questa consapevolezza, questa settimana in Piemonte è stata approvata in Consiglio regionale una nuova legge per potenziare le forme associative della Medicina generale. Secondo l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, i provvedimenti previsti favoriranno non solo, nel breve periodo, la tempestiva intercettazione di pazienti sospetti per Covid-19, ma anche, a medio-lungo termine, la ottimale gestione delle patologie croniche. L’obiettivo è di garantire l’uniformità assistenziale su tutto il territorio piemontese, riducendo l’impatto sugli ospedali.
Nello specifico, la nuova legge potenzia le forme associative di “medicina di gruppo” e “medicina di rete” della Medicina Generale. La prima consente vantaggi in termini di una economia di scala, nel contempo offrendo ai cittadini proposte di medicina proattiva e un medico a disposizione per più ore. La “medicina di rete” invece, adatta per territori ampi e bassa popolazione, permette ai medici di collaborare mantenendo il proprio studio, senza compromettere la capillarità dell’assistenza. I medici che sceglieranno una di queste modalità associative verranno supportati da personale di studio.
La centralità dell’Assistenza Primaria è – sostiene Icardi – “un obiettivo al quale abbiamo dedicato fin da subito la massima attenzione, fino ad attivare in piena pandemia un apposito gruppo di lavoro coordinato dal professor Ferruccio Fazio che ha prodotto un ventaglio di soluzioni concrete raccolte nella nuova legge. L’investimento di 10 milioni all’anno messo in campo dalla Regione, oltre ai 17,3 milioni di euro già destinati dalla stessa Regione alle attrezzature sanitarie di diagnostica di primo livello a favore dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e all’investimento regionale di 7 milioni di euro stanziati per la telemedicina, dimostra chiaramente che si sta facendo sul serio e che la svolta c’è stata”.