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Sclerosi multipla: i dati del Barometro 2021 non sono incoraggianti

DISABILE
Il 13% dei pazienti con Sm ha perso il lavoro, una percentuale che raddoppia nei giovani (il 25%)

I dati del Barometro 2021 della Sclerosi Multipla forniscono un’immagine della Sm in Italia per nulla incoraggiante. Durante la pandemia il 13% dei pazienti affetti da Sm ha perso il lavoro, due su tre non hanno ricevuto assistenza domiciliare e per il 42% sono stati sospesi i servizi sanitari. Questi e altri dati sul lavoro e l’inclusione sociale legati alla Sm sono stati presentati ad esperti, tecnici e istituzioni di Camera e Senato in occasione della Settimana nazionale della Sm (31 maggio – 6 giugno) il principale appuntamento con l’informazione sulla malattia.

“Vediamo un rischio di arretramento nel campo dei diritti umani conquistati in tanti anni, diritti che al contrario devono guidare le scelte e le linee d’intervento che andranno a caratterizzare il presente e il futuro, evitando approcci meramente tecnici” ha dichiarato Paolo Bandiera, direttore Affari generali e relazioni esterne dell’Associazione italiana Sclerosi multipla (Aism).

In Italia la Sm colpisce 130 mila persone ma ne coinvolge circa 500 mila, considerando anche i caregiver e i familiari che con essa convivono quotidianamente.

“Quello della Sclerosi multipla è un mondo fatto di persone e delle loro famiglie, che chiedono maggiori attenzioni, rispetto e cura. Queste legittime esigenze non possono essere soddisfatte se non tramite un importante lavoro di miglioramento delle strutture di assistenza preesistenti, facendo anche tesoro di tutte le segnalazioni e di tutte le criticità emerse durante quest’ultimo anno” scrive la ministra per le disabilità Erika Stefani, in un messaggio inviato in occasione dell’evento di apertura della Settimana nazionale della Sm.

“All’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza” ha aggiunto la ministra “sarà mio compito assicurarmi che ciò avvenga, accelerando i lavori necessari all’introduzione di quelle misure che da tempo vengono chieste dalle associazioni e dalle famiglie degli assistiti”.

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