
“I bisogni degli altri malati restano sempre sullo sfondo e non si riesce neppure a dar loro quanto compete di diritto”
“Il Green Pass è una cosa certamente importante ma le nuove regole che distinguono tra SuperGreen Pass e Green Pass simpliciter stanno facendo impazzire quanti sono preposti al controllo e ad una distinzione operativa tra ciò che si può e ciò che non si può fare; tra chi può fare cosa e chi invece no. Il vero rischio però è un altro. E riguarda proprio la salute dei cittadini italiani: quella salute che vogliamo tutelare a tutti i costi con vaccino, mascherina e gel disinfettante. Mentre tutto il Paese è concentrato a cercare di capire chi può salire o scendere dai mezzi pubblici; chi può entrare al bar o al ristorante; chi può andare allo stadio o al cinematografo e chi no… ci sono molti malati che continuano a sentirsi pesantemente trascurati. Ci sono le lunghe file delle prenotazioni per una visita specialistica in ospedale; c’è una sorta di blocco al follow up dei pazienti cardiovascolari; sono in stallo le varie diagnostiche, soprattutto quelle per immagini; per non parlare degli screening fermi ormai a due anni fa; ci sono i day hospital e i day surgery che lavorano a scartamento ridotto; e le sale operatorie sembrano colpite da una sindrome che ne ha paralizzato o fortemente limitato la funzionalità. Ma i centri per le vaccinazioni tornano a funzionare a pieno ritmo. L’intero Paese sa a memoria il numero dei contagiati, quello ei ricoverati e quello delle persone in terapia intensiva. La pubblica opinione è correttamente informata del numero dei decessi, dell’età che avevano queste persone e soprattutto ha chiaramente memorizzato che nessuno dei morti era vaccinato. Però degli altri malati non sappiamo nulla, a meno che non si tratti dei nostri familiari, di cui misuriamo in tempo reale, alternativamente, la rabbia o la rassegnazione. Nel dibattito tra medicina ospedaliera e medicina territoriale ha stravinto la Covid-Medicina e il resto va senza nessuna direttiva precisa, il che significa che i malati si sentono e sono trascurati.” Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, che continua: “Colpisce come il flusso delle risorse economiche sia concentrato in modo pressoché esclusivo in questo ambito e non ci si renda conto, con fatti concreti, come tutti gli altri malati stiano soffrendo. Anche perché sui territori i medici di famiglia continuano a stare un passo indietro rispetto al rischio Covid e negli ospedali le risorse umane e logistiche sono sempre orientate a favore del Covid. Mentre gli eventi avversi che riguardano il Covid ottengono subito una audience fortemente mediatica. Cosa che sollecita il Governo ad intervenire immediatamente rafforzando le misure precauzionali, basta pensare alla variante Omicron. Ma i bisogni degli altri malati restano sempre sullo sfondo e non si riesce neppure a dar loro quanto compete di diritto. Questa rallentata attenzione alle loro esigenze spinge chi può a rivolgersi a laboratori privati, ma sono molti coloro che in queste condizioni non possono e quindi vedono allontanarsi l’orizzonte della loro diagnosi e cura. Un vero e proprio caso di discriminazione che merita di essere denunciata, ma soprattutto che esige una pronta riparazione e un opportuno riallineamento dei diritti di tutti.”