
Global Burden of Disease è il primo studio a fornire stime previsionali per 204 paesi in tutto il mondo.
Il numero di adulti (di età pari o superiore a 40 anni) che convivono con la demenza in tutto il mondo dovrebbe quasi triplicare, da circa 57 milioni nel 2019 a 153 milioni nel 2050, principalmente a causa dell’invecchiamento della popolazione. È quanto mette in evidenzia lo studio Global Burden of Disease pubblicato su The Lancet Public Health che fornisce stime previsionali per 204 paesi in tutto il mondo ed esamina l’impatto delle tendenze previste nell’esposizione a quattro importanti fattori di rischio: fumo, obesità, glicemia alta e bassa istruzione. Gli autori dello studio chiedono sforzi di prevenzione più aggressivi per ridurre il rischio di demenza attraverso fattori legati allo stile di vita, come istruzione, dieta sana ed esercizio fisico, nonché ampliando le risorse sanitarie e di assistenza sociale tanto necessarie.
Gli esperti prevedono che i miglioramenti nell’accesso globale all’istruzione ridurranno la prevalenza della demenza di 6,2 milioni di casi in tutto il mondo entro il 2050. Ma ciò sarà contrastato dalle tendenze anticipate dell’obesità, della glicemia alta e del fumo, che dovrebbero tradursi in un ulteriore 6,8 milioni di casi di demenza.
“Il nostro studio offre previsioni migliori per la demenza su scala globale e a livello nazionale, fornendo ai responsabili politici e agli esperti di salute pubblica nuove informazioni per comprendere i fattori determinanti di questi aumenti, sulla base dei migliori dati disponibili”, afferma l’autrice principale Emma Nichols dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington, USA. “Queste stime possono essere utilizzate dai governi nazionali per assicurarsi che le risorse e il supporto siano disponibili per gli individui, gli operatori sanitari e i sistemi sanitari a livello globale”.
La demenza è attualmente la settima causa di morte nel mondo e una delle principali cause di disabilità e dipendenza tra gli anziani a livello globale. Sebbene la demenza colpisca principalmente le persone anziane, non è una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento.
Lo studio prevede che il maggiore aumento della prevalenza si verificherà nell’Africa subsahariana orientale, dove si prevede che il numero di persone affette da demenza aumenterà del 357%, da quasi 660.000 nel 2019 a oltre 3 milioni nel 2050, principalmente a causa per crescita della popolazione, con Gibuti (473%), Etiopia (443%) e Sud Sudan (396%) che hanno registrato gli aumenti maggiori. Allo stesso modo, in Nord Africa e Medio Oriente, si prevede che i casi aumenteranno del 367%, da quasi 3 milioni a quasi 14 milioni, con incrementi particolarmente consistenti in Qatar (1926%), Emirati Arabi Uniti (1795%) e Bahrain. (1084%).
Al contrario, il più basso aumento del numero di casi di demenza è previsto nell’Asia del Pacifico ad alto reddito, dove si prevede che il numero di casi aumenterà del 53%, da 4,8 milioni nel 2019 a 7,4 milioni nel 2050, con un aumento particolarmente contenuto in Giappone (27%). In questa regione, il rischio di demenza per ogni fascia di età dovrebbe diminuire, suggerendo che le misure preventive, compresi i miglioramenti nell’istruzione e stili di vita sani, stanno avendo un impatto.
Allo stesso modo, nell’Europa occidentale, il numero di casi di demenza dovrebbe aumentare del 74%, da quasi 8 milioni nel 2019 a quasi 14 milioni nel 2050 (tabella 1). Sono previsti aumenti relativamente modesti dei casi in Grecia (45%), Italia (56%), Finlandia (58%), Svezia (62%) e Germania (65%). Nel Regno Unito, si prevede che il numero di casi di demenza aumenterà del 75%, da poco più di 907.000 nel 2019 a quasi 1,6 milioni nel 2050.
Secondo il coautore, Theo Vos dell’IHME, Università di Washington, USA, “I paesi a basso e medio reddito, in particolare, dovrebbero attuare ora politiche nazionali in grado di mitigare i fattori di rischio di demenza per il futuro, come dare priorità all’istruzione e a stili di vita sani. Garantire che le disuguaglianze strutturali nell’accesso ai servizi sanitari e di assistenza sociale possano essere affrontate e che i servizi possano essere ulteriormente adattati alle esigenze di una popolazione anziana in aumento con bisogni di assistenza complessi richiederà una pianificazione considerevole sia a livello locale che nazionale”.