
L’Appello della Fondazione Gigi Ghirotti alle istituzioni. Domenica 29 maggio ricorrerà la XXI Giornata Nazionale del Sollievo, istituita il 24 maggio 2001 per “promuovere la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale”.
La Giornata del Sollievo offre l’occasione di fare il punto sull’applicazione della Legge 38/2010 che garantisce l’accesso alle Cure palliative e alla terapia del dolore. Se è vero che, nonostante le criticità, alcuni passi decisivi in avanti siano stati compiuti per la diffusione delle Cure palliative, molto più indietro si è rimasti circa l’implementazione della rete della terapia del dolore. Per questo la Fondazione Gigi Ghirotti in occasione della XXI Giornata del sollievo rivolge alle istituzioni sanitari e a tutti gli enti preposti le seguenti istanze:
- “La revisione del Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” che preveda e descriva in modo puntuale i centri ospedalieri di terapia del dolore. Inoltre, si chiede che, quanto previsto per la parte ospedaliera, trovi riscontro nel cosiddetto “decreto 71”: “Regolamento recante modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel servizio sanitario nazionale”, il quale prevede la riforma dell’assistenza territoriale ispirata dal nuovo Patto per la Salute e aggiornata con le indicazioni e i progetti del Pnrr;
- L’inserimento e la definizione obbligatoria e puntuale delle Unità clinico/diagnostiche ambulatoriali di terapia del dolore, che siano distinte e separate dalle unità di cure palliative (che notoriamente perseguono obiettivi diversi), in tutti gli atti aziendali delle Aziende Sanitarie Locali, all’interno delle completa definizione e attuazione del decreto 71;
- La creazione e il funzionamento delle Unità Cliniche ambulatoriali della rete di terapia del dolore, affinchè rientrino tra gli obiettivi di ciascun Direttore Generale di ASL;
- L’avvio di campagne di sensibilizzazione su scala regionale e nazionale sul dolore cronico rivolte alla popolazione;
- La promozione di corsi obbligatori di formazione/aggiornamento sul dolore cronico per i medici di medicina generale e per il personale specialistico da reclutare per tale attività. Le risorse umane potrebbero essere individuate anche tra il personale in fase di stabilizzazione post Covid19″.
Mangiacavalli, Fnopi: “Prendersi cura la caratteristica della nostra professione, Il nostro impegno, la nostra promessa”
Circa 100.000 pazienti seguiti in assistenza domiciliare per cure palliative e terapia del dolore sul territorio in un anno, ognuno di loro assistito soprattutto dagli infermieri che, secondo l’annuario statistico del ministero della Salute 2019, hanno effettuato mediamente il triplo di accessi e gli hanno dedicato il triplo delle ore rispetto ad altri professionisti sanitari. Purtroppo, la carenza di personale ha pesato molto sull’assistenza – secondo l’Università Bocconi per un’Adi che si rispetti e raggiunga il 10% del servizio erogato dall’attuale 4-6%, dovrebbero essere dedicati almeno 70mila infermieri – e il tempo da dedicare a ogni accesso domiciliare si è ridotto drasticamente in funzione dell’aumento degli accessi, per consentire ai porofessionisti di non lasciare solo nessuno. Ma gli infermieri lo sanno e per questo si sono moltiplicate le best practice di cure palliative e terapia del dolore, di cui molte sono state anche premiate durante il congresso itinerante della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), durato un anno e che ha toccato tutte le Regioni con lo slogano “Ovunque per il bene di tutti”.
Così, ad esempio, il Bambino Gesù di Roma cura a casa i piccoli pazienti oncoematologici con un meccanismo di ospedalizzazione domiciliare che finora ha consentito di assistere 900 pazienti e ridurre più di 10mila accessi in ospedale, risultato vincente per l’assistenza durante la pandemia. O anche il Primo ambulatorio infermieristico territoriale a Partinico (Palermo), che si pone l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nel territorio e nell’assistenza di tutte le patologie geriatriche, cronico degenerative e oncologiche e nella terapia del dolore. Sempre a Roma è nato all’Università Campus Biomedico un Centro di cure palliative “Insieme nella cura”, il primo a essere affidato alla responsabilità di un’infermiera, con l’obiettivo di garantire la migliore qualità delle cure per i pazienti in fase avanzata di malattia offrendo al territorio un servizio ispirato da una visione olistica dell’assistenza alla persona.
Il prendersi cura, la valorizzazione delle risorse della persona assistita, il rispetto dell’autonomia e dell’autodeterminazione, la continuità e la qualità delle cure che riconoscano la dinamicità dei bisogni con un approccio di integrazione con gli altri professionisti, sono i punti chiave che gli infermieri di cure palliative hanno indicato in un loro documento come ‘core competence’ della professione. E poiché nessuna professione è in grado di rispondere da sola a questi bisogni, gli infermieri riconoscono che la gestione della complessità degli assistiti potrà essere maggiormente efficace se ogni membro del team è consapevole del proprio specifico contributo, se tutti lavoreranno per il paziente nella Rete per le cure palliative, come anche ribadita nel ‘DM 71’, la delibera 21 aprile 2022 del Consiglio dei ministri che detta i nuovi standard per l’assistenza territoriale. Reti riconosciute anche negli accordi Stato Regioni approvati negli anni per dare gambe alla legge 38/ 2010 che finora ha proceduto al rallenty, definendole aggregazioni funzionali e integrate delle attività di Terapia del Dolore erogate nei diversi setting assistenziali, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone affette da dolore indipendentemente dalla sua eziopatogenesi, favorendone quando possibile la reintegrazione nel contesto sociale e lavorativo.
“Nel nostro nuovo Codice deontologico – spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione degli ordini degli infermieri -, richiamiamo gli infermieri alla responsabilità del curare e prendersi cura della persona, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere: l’infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la sofferenza e si adopera affinché l’assistito riceva tutti i trattamenti necessari, tutela la volo”.
“Gli infermieri nelle cure palliative sono una figura essenziale proprio per la vicinanza che caratterizza la loro professione con i pazienti. La loro presenza, nonostante manchi ancora una specializzazione specifica, è costante e necessaria a chi soffre e alle famiglie, per essere degnamente accompagnati e assistiti in questi momenti difficili e spesso purtroppo terminali della vita”, ha detto Maurizio Zega, consigliere del Comitato centrale FNOPI che ha rappresentato la Federazione alla presentazione della Gionata del Sollievo 2022.