
Sciomachen, Presidente Roi: “Chiediamo che l’iter legislativo si concluda come stabilito entro il 2022”. Al Congresso Roi i risltati di una ricerca: l’80% degli italiani chiede che i trattamenti rientrino nei Lea
Gli osteopati italiani attendono l’ultimo passaggio formale del percorso di regolamentazione della professione e lanciano un appello al MUR affinché sia definito al più presto l’ordinamento didattico e il tema delle relative equipollenze. È quanto emerso nel corso del 7° Congresso nazionale del Roi – Registro Osteopati d’Italia che si è svolto a Napoli. “Il numero degli osteopati in Italia è in continuo aumento e parallelamente cresce sempre di più la qualità del nostro lavoro, ha dichiarato Paola Sciomachen, Presidente del ROI, in apertura. Con il Congresso di Napoli abbiamo voluto valorizzare lo sviluppo compiuto dalla professione negli ultimi trent’anni, un percorso che si indirizza con sempre maggiore interesse verso la ricerca scientifica e l’aggiornamento professionale. Chiediamo alla Ministra Messa che il MUR proceda velocemente alla definizione dell’ordinamento didattico in osteopatia per poter affrontare il tema delle equipollenze e concludere il percorso entro la fine del 2022, come stabilito per decreto: è un’esigenza della categoria uscire dalla precarietà, ma anche un atto dovuto verso tutti quei cittadini che da anni si rivolgono con fiducia agli osteopati”.
Ad aprire il Congresso è stato il messaggio del Ministro della Salute Roberto Speranza: “In occasione di questo Congresso rivolgo il mio saluto e ringraziamento al ROI – Registro Osteopati d’Italia, storico punto di riferimento del settore e importante interlocutore nel percorso che ha portato all’istituzione della professione sanitaria dell’osteopatia. Questo traguardo rappresenta un passo importante per tanti osteopati e per quei cittadini che a loro si rivolgono. Con il suo ruolo nell’ambito della prevenzione e dell’assistenza, l’osteopatia costituisce un supporto significativo il nostro Servizio Sanitario Nazionale e la sua valorizzazione si inserisce perfettamente all’interno del processo di rafforzamento della sanità pubblica che abbiamo chiamato ‘Più salute – Prossimità, innovazione, uguaglianza’. Dobbiamo portare il SSN più vicino ad ogni persona: è questa la priorità del nostro presente”.
L’Assessore alla Salute del Comune di Napoli Vincenzo Santagada nei saluti istituzionali ha dichiarato: “Una professione sanitaria è tale se riesce a intercettare le esigenze dei cittadini. Gli osteopati sono riusciti in questi anni a ottenere la fiducia dei pazienti e a ritagliarsi un ruolo specifico nell’ambito della salute. Auspico che il percorso di riconoscimento possa concludersi rapidamente affinché gli osteopati possano entrare presto a pieno titolo a far parte della grande famiglia degli operatori sanitari italiani”.
Nel corso della mattina si è svolta la tavola rotonda “Le prospettive dell’osteopatia tra le professioni sanitarie”, a cui hanno preso parte Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM PSTRP, la Senatrice Paola Binetti e il Professore Daniele Gianfrilli, consigliere del CUN. In apertura sono stati presentati i risultati del sondaggio nazionale sulla percezione dell’osteopatia condotto dall’istituto Quorum/Youtrend per il ROI, su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana.
“La professione sanitaria di osteopata, inserita tra quelle dell’area della prevenzione, arricchirà di competenze, non solo tecniche, la nostra Federazione multiprofessionale, ha dichiarato Teresa Calandra. Saremo auditi dai componenti del Tavolo interministeriale che determinerà l’ordinamento didattico, elemento fondamentale a favore delle persone assistite, poiché un buon corso di laurea formerà e abiliterà professionisti di valore. Partire bene è importante, quindi la fattiva collaborazione, anche con il ROI, è senz’altro un buon auspicio, non solo per il presente, ma anche per il futuro”.
“Da anni mi batto per il riconoscimento professionale degli osteopati. Ho presentato a mia firma diversi provvedimenti legislativi a loro supporto, contribuendo alla stesura del Decreto Lorenzin che ha definito per la prima volta gli osteopati come figure sanitarie, ha dichiarato la Senatrice Paola Binetti. Manca ancora un passo fondamentale per riconoscere la loro piena dignità professionale. Al momento gli osteopati esercitano esclusivamente nelle strutture sanitarie private, non sono inglobati nel sistema sanitario pubblico. È urgente che una professione così cruciale per i pazienti sia riconosciuta anche dalle Asl. In questo modo tutti i pazienti avrebbero la possibilità di accedere alle loro prestazioni anche all’interno degli ospedali e dei presidi sanitari pubblici, ponendo fino alla privatizzazione della professione che comporta costi ingenti per le persone fragili che necessitano di cure specifiche” ha concluso la Senatrice Binetti.
“L’identificazione del percorso formativo universitario della figura professionale dell’osteopata è un passaggio fondamentale per l’attuazione del Decreto di istituzione, ma rappresenta anche la base necessaria per garantire allo studente le conoscenze e competenze indispensabili per svolgere al meglio la futura professione e al cittadino poi quindi i più alti standard di qualità e sicurezza della prestazione sanitaria” ha dichiarato Daniele Gianfrilli.
Due intervistati su tre valutano positivamente l’osteopatia. Il 45% di loro la ritiene utile nella gestione delle patologie croniche
Quasi 8 italiani su 10 considerano prioritario che si concluda l’iter di regolamentazione dell’osteopatia previsto dalla Legge 3/2018 e il percorso di formazione obbligatorio in osteopatia certificato dallo Stato. L’82% ritiene che i trattamenti osteopatici debbano rientrare all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). È quanto emerge dalla ricerca condotta dall’istituto Quorum/Youtrend per il ROI – Registro Osteopati d’Italia, la più rappresentativa e storica associazione di categoria in Italia, su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana.
Secondo l’indagine, 2 intervistati su 3 valutano positivamente l’osteopatia. Tra le motivazioni indicate da chi esprime un giudizio favorevole, il 45% del sottocampione ritiene che l’osteopatia permetta di ridurre l’utilizzo di farmaci nelle problematiche ricorrenti come dolori muscolari e che sia una professione sanitaria utile nella gestione delle patologie corniche. Sebbene non ci sia differenza di genere nella valutazione positiva dell’osteopatia, sono soprattutto le persone laureate a definirsi favorevoli a questa disciplina (79% delle risposte).
Il 44% di coloro che si sono rivolti a un osteopata o che vi hanno accompagnato i loro figli è stato consigliato da un familiare o da un amico, mentre 1 su 3 lo ha fatto direttamente su consiglio di un medico: questo risultato mostra come l’osteopatia sia una disciplina integrata in un approccio multidisciplinare con le altre professioni sanitarie, anche nel trattamento dei pazienti con cronicità. Infatti, quasi 2 intervistati su 3 tra coloro che vanno dall’osteopata o accompagnano i figli, dichiarano di averlo fatto per problemi cronici (33%) o acuti (32%).
“La ricerca di Quorum/Youtrend evidenzia che a chiedere il completamento dell’iter legislativo non sono solo gli osteopati, ma anche i cittadini, che confermano di guardare con fiducia alla nostra professione, ha dichiarato Paola Sciomachen, Presidente del ROI – Registro Osteopati d’Italia. Il numero degli osteopati italiani è in continua crescita e il nostro lavoro è sempre di maggior qualità, orientato verso la ricerca scientifica e l’aggiornamento professionale. Chiediamo alla Ministra Messa che il MUR proceda velocemente alla definizione dell’ ordinamento didattico in osteopatia per poter affrontare il tema delle equipollenze e concludere il percorso entro la fine del 2022, come stabilito per decreto: è un’esigenza della categoria uscire dalla precarietà ed una tutela richiesta dall’80% degli italiani”.