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Nel 2020 quasi 5.500 accessi nei PS italiani di donne che hanno ricevuto una diagnosi di violenza

Young woman showing her denial with NO on her hand. Focus on hand. Timid woman symbol of violence in the family
I dati e le analisi dell’Istat nella Giornata Internazionale contro la violenza

Nel periodo precedente l’emergenza sanitaria (2014-2019) si è registrato un numero crescente di accessi al Pronto Soccorso di donne con diagnosi di violenza, da circa 3.300 nel 2014 a oltre 7.600 nel 2019 (+133%), a fronte di un aumento degli accessi totali pari al 4% negli stessi anni. L’incidenza di tali accessi rispetto agli accessi totali è quindi cresciuta da 3,4 ogni 10 mila nel 2014 a 7,7 nel 2019. È quanto rileva l’Istat che nella Giornata Internazionale contro la violenza 25 novembre 2022 ha aggiornato il portale con numerosi dati e analisi su molti aspetti relativi al fenomeno della violenza sulle donne.
Secondo l’Istat l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha avuto un forte impatto sull’accessibilità dei servizi ospedalieri, anche quelli di emergenza-urgenza. Gli accessi totali di donne al Pronto Soccorso sono diminuiti da 9,9 milioni nel 2019 a 6 milioni nel 2020 (-39,8%) e a 6,8 milioni nel 2021 (-31,0%). La diminuzione è stata più contenuta per gli accessi di donne con diagnosi di violenza: -28,5% tra 2019 e 2020, -16,6% tra 2019 e 2021. Pertanto l’incidenza di questi accessi ha continuato ad aumentare salendo a 9,1 per 10 mila accessi totali nel 2020 e a 9,3 nel 2021 (Grafico 1).

“È difficile misurare – afferma l’Istat – quanta parte di tale incremento sia da attribuire alla maggiore capacità degli operatori sanitari del Pronto Soccorso di “riconoscere” i casi di violenza, anche grazie alle attività formative messe in campo da Ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, e quanta dipenda da una possibile maggiore diffusione del fenomeno”.



Violenza e ricoveri delle donne in ospedale

I ricoveri ospedalieri in regime ordinario di donne con indicazione di violenza prima della pandemia da Covid-19 variavano da 1.588 nel 2014 a 1.494 nel 2019. Sono diminuiti a 1.044 nel 2020 e risaliti a 1.179 nel 2021. L’Istat illustra in un documento alcuni dati relativi ai ricoveri ospedalieri di donne con indicazione di violenza registrati nel periodo 2014-2021. Nell’ambito dell’Accordo tra l’Istituto Nazionale di Statistica e il Ministero della Salute, firmato il 20 novembre 2019 e finalizzato a contribuire, con i dati dei flussi informativi sanitari (relativi all’Emergenza-Urgenza e ai ricoveri ospedalieri), ad alimentare la Banca dati sulla violenza di genere, sono stati analizzati i dati relativi ai ricoveri ospedalieri, rilevati con il flusso delle Schede di dimissione ospedaliera (SDO), per approfondire la conoscenza del fenomeno della violenza di genere.

I ricoveri sono selezionati sulla base delle diagnosi e della “violenza altrui” riportata nella variabile “Traumatismi o intossicazioni”. Nel tempo la quota di casi senza diagnosi di violenza ma con “violenza altrui” è andata riducendosi sensibilmente (da 722 nel 2014 a 276 nel 2021). Ciò denota un progressivo miglioramento della qualità dei dati e una crescente coerenza tra i codici di diagnosi e la variabile “Traumatismi o intossicazioni”. È interessante rilevare che il 23% circa di questi casi (considerando tutto il periodo 2014-2021) ha una diagnosi principale di frattura, contusione, traumatismo di parti del viso o degli arti e come causa esterna la “caduta” (altra o non specificata). Rispetto al complesso dei ricoveri ordinari relativi a donne, l’incidenza di quelli con indicazione di violenza è circa pari a 4 per 10.000 fino al 2019 e si riduce a 3,6 e 3,9 rispettivamente nel 2020 e 2021.

Nel periodo pre-pandemico (2014-2019) i ricoveri ordinari di donne con indicazione di violenza hanno fatto registrare un decremento pari a -5,9% rispetto a -8,9% registrato per i ricoveri ordinari totali. La diminuzione registrata nell’anno dell’emergenza sanitaria (2020) è stata pari a -31,7% rispetto alla media 2014-2019, mentre per i ricoveri ordinari totali ammonta a -22,4%. Nel 2021, sempre con riferimento alla media 2014-2019, la riduzione dei ricoveri ordinari di donne con indicazione di violenza ammonta a -22,9%, mentre è pari a -18,8% per i ricoveri ordinari totali. Pertanto prima della pandemia i ricoveri di donne per violenza erano diminuiti meno della media dei ricoveri, mentre dopo l’emergenza sanitaria la diminuzione è stata più forte di quella complessiva, indicando elevate difficoltà di accesso alle strutture ospedaliere per questo tipo di ricoveri. L’analisi delle diagnosi di violenza riportate nella SDO evidenzia che nel 47% dei casi si tratta di diagnosi relative ai codici della ICD9CM riferiti alle lesioni inflitte da altre persone, mentre raramente vengono utilizzati i codici relativi ai problemi genitori-figli (3,2%) o ai problemi coniugali (1,8%).

Particolarmente interessante è l’utilizzo nel 8,7% dei casi dei codici relativi all’esecutore di abuso. L’esecutore riportato nella SDO è nel 55,4% dei casi in ambito familiare: padre, patrigno, fidanzato (24,1%); consorte o partner (22,9%); altro parente (8,4%). In ambito extra-familiare il 22,9% (da altra persona specificata), mentre in un caso su cinque la persona non è specificata.

I ricoveri ordinari con indicazione di violenza sono quasi sempre urgenti: il 77,9% provengono dal Pronto soccorso e il 3,5% dall’Osservazione breve intensiva; questi valori per il complesso dei ricoveri sono rispettivamente pari a 43,8% e 1,8%. Rispetto ai ricoveri totali, nei ricoveri con indicazione di violenza è significativamente più frequente la dimissione volontaria: 8,4% vs. 1,9% ed il trasferimento ad altro ospedale o ad altra struttura non ospedaliera. Nel 2020 si sono registrati anche 14 casi di decesso in ospedale.

Nel 2020, al netto dei record scartati perché avevano un codice individuo “errato” (4,1% dei casi), sono state 860 le donne con almeno un ricovero ordinario con indicazione di violenza: una su cinque era minorenne. Alcune di queste donne hanno avuto ricoveri ripetuti nel corso del 2020, dando luogo a 1.001 ricoveri con indicazione di violenza e 1.057 ricoveri rotali. Tra i ricoveri per violenza, una donna ne ha avuti 3 nel corso dell’anno e 24 donne ne hanno avuti 2.


 

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