
La mattina del 3 gennaio ultimo scorso si è consumata in silenzio l’ennesima aggressione a danni di un medico del SSN e dipendente della Azienda Sanitaria Sant’Andrea di Roma.
“Ci risiamo. Il nuovo anno comincia con l’ennesimo atto di violenza ai danni di un collega medico, del Sant’Andrea, che è stato aggredito a seguito della comunicazione del decesso di un suo parente. L’Omceo di Roma esprime vicinanza e solidarietà sia al collega vittima dell’aggressione sia al personale infermieristico presente che è stato pesantemente insultato. A parlare è il presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei medici e chirurghi, Antonio Magi. “Siamo stanchi – aggiunge il presidente Omceo di Roma – di assistere a questi episodi e di denunciarne ogni volta la gravità. Abbiamo già ribadito che quando un fenomeno che sembra eccezionale diventa ripetitivo ci si deve interrogare sulle sue cause strutturali, non trattandolo dunque come un’emergenza dalla quale pare che non si possa uscire. “Le aggressioni esprimono un vero e proprio disagio sociale il cui costo sociale lo pagano sempre gli operatori sanitari che non ne possono più. “Per noi – conclude Magi – una soluzione a questo malcostume, e anche qui ci ripetiamo, potrebbe essere quella di ristabilire i presidi di Pubblica Sicurezza nelle strutture Ospedaliere. Speriamo che chi di dovere ci ascolti prima che sia troppo tardi”.
La solidarietà dell’Anaao Lazio
La miccia che ha scatenato questo episodio di violenza è stata rappresentata dal decesso di una paziente ricoverata poco prima di Capodanno per problematiche respiratorie e affetta da una patologia oncologica plurimetastatica.
Il sanitario che si trovava di turno quella mattina nel reparto di degenza aveva già avvertito i familiari del peggioramento delle condizioni cliniche della loro congiunta e poi purtroppo li aveva dovuti informare del decesso della stessa.
Al loro arrivo in reparto, questi si sono immediatamente scagliati contro il medico, che è stato quindi investito da una masnada urlante che lo ha schiaffeggiato, colpito con le borse e insultato.
Non curanti della presenza di altri malati, i parenti della paziente hanno urlato, sputato e devastato la stanza di degenza ove era ancora la salma e la vicina di letto, ribaltando tavole e sedie e distruggendo l’elettrocardiografo che effettuava l’ECG di rito.
Il collega e la Caposala hanno dovuto richiedere l’intervento della sorveglianza dell’ospedale per allontanarli e quindi tutto il gruppo si è trasferito nei locali della direzione generale, dove hanno continuato a urlare, battere sulle porte, fino a quando non hanno ottenuto la copia della cartella clinica, evidentemente considerata prova inoppugnabile di “mala gestio” della paziente da parte dei medici e dell’ospedale.
A dare maggiore enfasi alle loro convinzioni, un quotidiano online ha pubblicato due giorni dopo un articoletto intitolato “Nostra madre messa su una sedia e lasciata morire in ospedale”.
Sorvolando sulla eticità di alcuni rappresentanti della stampa, che pur di “mettere il mostro in prima pagina” si dimenticano di verificare i fatti e giammai si sentono in dovere di pubblicare successivamente le dovute smentite, e pur comprendendo bene il dolore che si prova nel perdere un proprio caro, NON POSSIAMO ACCETTARE O GIUSTIFICARE questi atti di violenza nei confronti di medici o infermieri, uomini e donne che garantiscono con il loro impegno, professionalità e sacrificio la sopravvivenza di questo martoriato SSN, commenta il Segretario Aziendale ANAAO A.O. Sant’Andrea, Fedra Mori.
Al collega vittima di questa violenza, che ha già sporto denuncia alla Autorità e che nonostante il trauma, soprattutto psicologico, è tornato ben presto al lavoro per non lasciare turni di guardia scoperti nei giorni di festa, va tutta la nostra solidarietà e il nostro affetto!
Ci auguriamo che anche l’Azienda Sant’Andrea si adoperi affinché venga stigmatizzata e punita questa aggressione nei confronti di un suo dipendente.
Anche la Segreteria Regionale Anaao Assomed del Lazio esprime la propria solidarietà nei confronti del medico aggredito al Sant’Andrea il 3 gennaio scorso e con decisione censura il comportamento tenuto dall’utenza in tale occasione.
Non è accettabile subire passivamente atti di violenza nell’esercizio del proprio lavoro, a maggior ragione quando è al servizio per la tutela della salute del cittadino ed essere ripagati con gesti che non solo mettono a repentaglio l’incolumità del personale sanitario, ma vanno anche ad intaccare il patrimonio pubblico del Servizio Sanitario Regionale.
Si invita pertanto l’Assessorato Regionale a prendere una decisa posizione nelle sedi opportune finalizzata ad impedire il ripetersi di fatti così gravi e incresciosi e trovare soluzioni condivise per potenziare la sicurezza degli operatori sanitari nei luoghi di lavoro e aumentare la tutela del bene pubblico.