
Presentato ieri un particolare ‘Indice di risparmio tempo’. I dati mettono a confronto i sistemi di dieci paesi sviluppati e ne evidenziano le disuguaglianze (allo scopo di correggere il sistema)
Il tempo è denaro, recita un vecchio adagio, ancor più se parliamo di quello che ciascuno di noi investe per la propria salute. Mentre la politica (e non solo) si interroga come abbattere le liste di attesa, il Consumer Choice Center (realtà consolidata che rappresenta i consumatori in oltre 100 Paesi del mondo) ha pubblicato un ‘indice di risparmio di tempo’. Di cosa si tratta? L’indice mette a confronto i sistemi di 10 Paesi sviluppati, tra i primi e gli ultimi classificati, in termini di tempo risparmiato dai pazienti per ottenere un appuntamento dal medico, andare in farmacia o in ospedale, ordinare i farmaci e accedere alla contraccezione.
Si tratta del primo database di questo tipo (o almeno con una ampia scala di valutazione), e si prefigge di offrire ai consumatori uno strumento utile a operare le scelte migliori e più sane per sé stessi, nonché di evidenziare lacune strutturali sulle quali richiamare l’attenzione delle politiche sanitarie dei singoli Paesi.
Incrociando i dati scopriremmo ad esempio che i pazienti cronici in Svizzera risparmiano sette ore e mezza di vita rispetto alle loro controparti in Italia, che i pazienti abituali in Australia hanno bisogno di più di un’ora per raggiungere l’ospedale e potrebbero invece recuperare fino a 5 ore della loro vita all’anno se vivessero invece in Giappone o negli Stati Uniti.
Emil Panzaru, Direttore Ricerca del Consumer Choice Center e autore del rapporto, ha commentato i risultati: “I potenziali benefici di un processo decisionale informato sono enormi. Per mettere le cose in prospettiva, sono 5 ore che potreste dedicare a qualcosa di meglio, che si tratti di passare più tempo con la famiglia, coltivare un hobby o portare a termine il vostro lavoro”.
Panzaru aggiunge: “Un altro vantaggio è il miglioramento dei risultati sanitari. Sappiamo quanto sia importante essere visitati rapidamente in caso di malattie cardiache o ictus (la “golden hour” dell’intervento efficace). Lo stesso vale per altre condizioni. Consultazioni più rapide sono legate a recuperi più efficaci e possono salvare la vita”.
L’indice è anche una lezione importante per i responsabili delle politiche sanitarie. Panzaru ha concluso: “I Paesi con bassi tempi di attesa utilizzano le tecnologie più recenti per confezionare le pillole in pochi secondi anziché in minuti. Hanno fiducia che le donne facciano le scelte migliori per il loro corpo. Si tratta di Stati che si affidano a collaborazioni pubblico-privato, come la Svizzera e la Svezia. Questi modelli misti indirizzano l’attenzione e il tempo dei medici verso le persone che hanno più bisogno di aiuto”.