
Per la Medicina di Emergenza-Urgenza si è dipinto un quadro che presenta una situazione diventata ormai insostenibile. Le soluzioni per una inversione di rotta esistono e si auspica che vengano messe in atto per un futuro meglio gestibile
di Francesco Rocco Pugliese*
Non è possibile pianificare un futuro sostenibile senza tenere in debita considerazione il proprio passato e le criticità presenti da risolvere. Il sistema di emergenza-urgenza in Italia, secondo quanto regolamentato dalle linee guida 1/96 in applicazione del Dpr 27 marzo 1992, è articolato nel Sistema di Emergenza Territoriale (Centrali Operative 118, mezzi dell’emergenza territoriale) e nella rete di strutture dell’emergenza funzionalmente differenziate in Punti di Primo Intervento, Pronto Soccorsi Ospedalieri, Dipartimenti di Emergenza-Urgenza-Accettazione (Dea) di I o di II livello. Il Dpr 10 dicembre 1997 n. 484 stabilisce i requisiti per l’accesso alla dirigenza medica con inserimento della Disciplina in “Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza”.
La Rete Professionale della Medicina di Emergenza-Urgenza (Meu), inizia i suoi primi passi nel 2000 a Jesolo dove nasce la Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza (Simeu). La Simeu è un’associazione scientifica costituita da medici e infermieri di pronto soccorso e reparti di medicina d’urgenza, ospedalieri ed universitari. Nel 2009 viene introdotta nell’ordinamento didattico universitario la Scuola di Specializzazione in Medicina d’Urgenza. Nel corso di questi trenta anni i professionisti dell’emergenza-urgenza acquisiscono competenze e consapevolezza del proprio ruolo professionale.
Le luci del passato risplendono, ma non possiamo non tenere in debita considerazione le principali, attuali criticità da affrontare con delle reali soluzioni di sistema. In questo momento il Sistema Istituzionale e la Rete Professionale devono trovare soluzioni percorribili per le tre grandi criticità che attanagliano il sistema dell’emergenza-urgenza:
- Il grave sovraffollamento dell’area del Pronto Soccorso
- La carenza di personale, prevalentemente medico
- La reale integrazione tra il Sistema di Emergenza-Urgenza preospedaliero ed ospedaliero
- Il sovraffollamento è determinato da varie cause, tra cui sicuramente la principale è il cosiddetto “Boarding”, cioè l’attesa della disponibilità di un posto letto per i pazienti bisognevoli di ricovero.
Certamente non sono da dimenticare l’uso molto “free” del Ps da parte della cittadinanza; una medicina territoriale non messa in grado di erogare la dovuta assistenza; il ricorso al Ps per tutta la traumatologia minore in cui vi è la necessità di una documentazione clinica per aprire le varie pratiche assicurative; le lunghe liste di attesa per le prestazioni ambulatoriali; la crescente richiesta di prestazioni sempre più sociosanitarie se non addirittura sociali; l’aumento delle richieste legali in Ps (abusi, stati di agitazione non psichiatrici, accertamenti per applicazione del codice della strada, legge 41/2016), il progressivo invecchiamento della popolazione.
La reale differenza tra le varie situazioni è rappresentata dal fatto che i pazienti in attesa di un posto letto rimangono in PS, mentre le altre situazioni subiscono un rallentamento nella tempistica delle prestazioni.
I pazienti in boarding necessitano di assistenza come se fossero in un reparto ospedaliero di ricovero, assistenza che deve essere garantita dallo stesso personale di pronto soccorso, che quindi viene distolto dalla sua mission specifica con conseguente difficoltà nell’assicurarlo rispettando la tempistica e la qualità delle prestazioni in emergenza-urgenza.
La carenza di personale è assoluta e relativa, quest’ultima causata dal boarding. Se il boarding non ci fosse la valutazione “carenza di personale” sarebbe sicuramente inferiore. Secondo alcuni per l’assistenza dei pazienti in boarding si arriva fino all’impiego del 30% della dotazione del team Meu.
La carenza assoluta invece è determinata dai seguenti principali fattori: elevato stress psico-fisico, carenza motivazionale degli operatori, carenza organizzativa, soluzioni non determinate per il fine carriera.
Per quanto attiene all’integrazione del sistema dell’emergenza-urgenza preospedaliero ed ospedaliero, da molto tempo si auspica la reale integrazione del sistema dell’emergenza-urgenza, ma contemporaneamente le azioni, a tutti i livelli, in tal senso sono scarse e contraddittorie.
Reputo che i due sistemi – ad oggi nella prevalenza delle Regioni Italiane i sistemi sono completamente separati e differenziati – dovrebbero dialogare e confrontarsi su un modello unico, che permetta di superare le criticità che spesso vengono sbandierate dai media quando accade qualcosa di insolito ed utilizzato a scopo scandalistico.
Il Sistema dell’Emergenza-Urgenza è complesso, spesso viene reso anche complicato dalle scelte effettuate, pertanto dobbiamo augurarci che il Sistema Istituzionale e la Rete Professionale sappiano pianificare adeguatamente guardando l’orizzonte e non la prossima scadenza, in modo tale da poter garantire ai cittadini/pazienti la dovuta assistenza nei casi di emergenza-urgenza.
*Past President Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza (SIMEU)