
La Ragioneria Generale dello Stato ha pubblicato i risultati della rilevazione “Conto Annuale” relativi all’anno 2021
Il Servizio Sanitario Nazionale ha registrato dall’anno 2012 all’anno 2021 una diminuzione dell’occupazione complessiva. Nel periodo 2019-2021 si osserva un aumento degli occupati, determinato sia dall’introduzione di una nuova disciplina assunzionale (articolo11, comma 1, del decreto-legge n. 35/2019) che dall’emergenza epidemiologica da Covid-19. Con i decreti emergenziali nn. 18, 34 e 104 del 2020 sono state introdotte misure straordinarie di reclutamento del personale per far fronte alla predetta emergenza. È quanto evidenzia il Conto Annuale pubblicato dalla Ragioneria Generale dello Stato che espone i dati sulla consistenza e i costi del personale delle Pubbliche Amministrazioni e costituisce la fonte ufficiale di informazioni per le decisioni in materia di pubblico impiego da assumere nelle sedi istituzionali.
Il personale medico, dirigente non medico e il personale non dirigente replicano sostanzialmente tale andamento:
– nella macrocategoria “medici” (medici, odontoiatri e veterinari) – che dal 2020 confluiscono nella più ampia categoria dei “dirigenti sanitari” – si registra una diminuzione di 1.317 unità con una riduzione dell’1,15 per cento. Le unità passano. Da 114.640 nel 2012 a 113.323 unità nel 2021;
– nella macrocategoria “personale non dirigente” il personale è diminuito da 537.712 unità del 2012 a 537.450 unità nel 2021, con una riduzione dello 0,05 per cento (262 unità);
– nella macrocategoria “dirigenti non medici” (biologi, chimici, farmacisti fisici e psicologi e dirigenti delle professioni sanitarie) e nella macrocategoria “altro personale” (direttori generali e personale contrattista) si registrano decrementi maggiori (rispettivamente del 28,61 per cento e del 66,48 per cento).
Tale dinamica di riduzione del personale che si osserva nella tabella 1 dall’anno 2012 all’anno 2018 è il risultato – evidenzia la Rgs – delle misure di contenimento della spesa di personale che si sono succedute a partire dal triennio 2005/2007 (L. 30/12/2004, n. 311, art.1, comma 98). Al riguardo si evidenzia che gli enti del
SSN, a differenza di altri settori del pubblico impiego, non sono sottoposti ad un limite assunzionale da turn over ma ad un vincolo di spesa.
“La riduzione di personale è particolarmente significativa soprattutto nelle regioni che attuano o hanno attuato percorsi di risanamento della spesa sanitaria. Pertanto, il dato medio complessivo di riduzione del personale dell’intero comparto sconta al suo interno una significativa varianza tra le regioni soggette a piani di rientro e regioni, invece, in equilibrio finanziario”.
Il grafico n. 5 indica il rapporto tra il personale assunto e quello cessato nel periodo 2012/2021.
Retribuzioni. Per quanto riguarda le retribuzioni, la Ragioneria dello Stato sottolinea che il valore della retribuzione media ha registrato un andamento costante anche per il blocco della contrattazione nel periodo 2010/2015, che ha lasciato invariate le retribuzioni del personale dipendente. “Le variazioni registrate nella retribuzione media dopo il 2012, sono pertanto da imputarsi – afferma la Rgs – alla diversa composizione del personale a seguito delle cessazioni dal servizio, solo in parte ricoperte da nuove assunzioni, per effetto delle limitazioni imposte al turn over. Ad analoghe conclusioni si giunge analizzando i rapporti tra le retribuzioni in godimento nelle varie macrocategorie di personale (tabella n. 3), che appaiono costanti lungo tutto l’arco temporale considerato.
Dal grafico n. 6 si nota un aumento della retribuzione media nel 2019 per i dirigenti medici e non medici (farmacisti, biologi, chimici…). L’aumento è dovuto al rinnovo contrattuale triennio 2016-2018 sottoscritto in data 19/12/2019, considerato che per gli enti del SSN la rilevazione del costo di personale avviene secondo il criterio della competenza economica.