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Simeup: Stop alle aggressioni in ospedale

interni ospedale (1)
Le proposte della Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza pediatrica

Le aggressioni in corsia prima a Bari poi a Napoli di questi giorni riaccendono i riflettori sulla sicurezza di medici e operatori sanitari esposti in prima linea. Gli episodi di violenza sono indiscutibilmente in crescita dopo il Covid e le donne medico sono soprattutto le più colpite. Dati recenti ci dicono che circa il 68% (ricerca Fnomceo) dei medici ha subito almeno una volta nella vita un’aggressione o una violenza e molto spesso gli episodi non vengono neanche denunciati. ‘Di fronte a tutto questo – dichiara Stefania Zampogna, Presidente Nazionale Simeup- non si può restare fermi, ma occorrono presto misure in grado di arginare il fenomeno. Sono spesso proprio i medici dei Pronto Soccorso ad essere i più esposti, bersaglio del disagio e dell’insoddisfazione più facile da colpire. Bisogna dunque agire su più fronti: i sit-in di protesta non bastano’. Occorre – prosegue Simeup- organizzare corsi di addestramento per il personale sanitario e rafforzare i presidi di polizia negli ospedali e laddove non ci sono istituirli’. ‘È davvero paradossale – conclude Zampogna – pensare che chi deve prendersi cura della salute possa trovarsi in una situazione di pericolo per la propria salute’.  Ben vengano quindi tutte quelle campagne informative e di comunicazione volte a promuovere un cambiamento innanzitutto culturale, ma non basta una sola giornata per sensibilizzare la popolazione. Occorre un cambio di passo per far fronte all’ondata di violenza contro i camici bianchi, che presuppone un’azione integrata su più fronti: ‘ascolto, comunicazione e fiducia devono tornare – conclude Simeup – ad essere valori al centro del rapporto medico paziente’.

 

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