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Cdm: Approvato il Decreto contro il caro bollette

cdm 28 marzo
Per la sanità si prevedono più fondi per gli straordinari dei medici in Ps, limiti ai camici bianchi a gettone e l’introduzione di una nuova aggravante per chi aggredisce medici e infermieri. Il dl stanzia inoltre circa 1,1 miliardi di euro in favore di Regioni e Province autonome per limitare l’impatto del payback dei dispositivi medici sulle aziende del settore.

Nella riunione del Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e dei ministri dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e della salute Orazio Schillaci, è stato approvato il decreto con misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro bollette e interventi in favore del settore sanitario per un ammontare complessivo di risorse stanziate nel provvedimento pari a 4,9 miliardi di euro. Nello specifico per quanto riguarda le misure previste per il settore sanità il Dl introduce disposizioni per il ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici, con l’istituzione di un fondo presso il Ministero della salute per l’assegnazione di una quota da assegnare a ciascuna regione e provincia autonoma, determinata in proporzione agli importi complessivamente ad esse spettanti per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, da utilizzare per gli equilibri dei servizi sanitari regionali dell’anno 2022. Fermo restando l’obbligo del versamento della quota integrale per il ripiano del superamento del tetto di spesa a favore delle regioni e delle province a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici che non rinunciano al contenzioso attivato, si prevede che le aziende che non abbiano attivato alcun contenzioso o abbiano rinunciato al contenzioso attivato, possano versare entro il 30 giugno 2023, la restante quota nella misura pari ad una percentuale inferiore a quella prevista dalla legislazione vigente dell’importo indicato nei provvedimenti regionali e provinciali. L’IVA indicata nei versamenti effettuati dalle aziende fornitrici di dispositivi medici ai fini del contenimento della spesa dei dispositivi medesimi a carico del Servizio sanitario può essere portata in detrazione scorporando la medesima dall’ammontare dei versamenti effettuati.

Per sopperire alla carenza di organico, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono affidare a terzi i servizi medici ed infermieristici esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri, per un massimo di 12 mesi e senza possibilità di proroga. Inoltre, non può richiedere la ricostituzione del rapporto di lavoro con il Servizio sanitario nazionale il personale sanitario che interrompa volontariamente il rapporto di lavoro dipendente con una struttura pubblica per prestare la propria attività presso un operatore economico privato che fornisce i servizi medici ed infermieristici alle aziende e gli enti dell’SSN.

Le aziende e gli enti del SSN, per l’anno 2023, possono ricorrere alle cosiddette “prestazioni aggiuntive” (tipologie di attività libero professionale intramuraria) per le quali la tariffa oraria fissata dal CCNL di settore (pari a euro 60,00), può essere aumentata sino a euro 100 lordi, nei limiti delle risorse disponibili, di cui si prevede tuttavia un incremento per ciascuna regione.

Sino al 31 dicembre 2025, si prevede una specifica procedura per l’accesso alla dirigenza medica del SSN nella disciplina di Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza per il personale medico che, nel periodo tra il 1° gennaio 2013 e il 30 giugno 2023, abbia maturato, presso i servizi di emergenza-urgenza del SSN, almeno tre anni di servizio, anche non continuativo, o abbia svolto un determinato numero di ore di attività (pari ad almeno tre anni di servizio). Inoltre, si prevede la possibilità per i medici in formazione specialistica di assumere, su base volontaria e al di fuori dall’orario dedicato alla formazione, incarichi libero-professionali presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del SSN, per un massimo di 8 ore settimanali. Per il personale, dipendente e convenzionato, operante nei servizi di emergenza-urgenza e in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato si prevede la possibilità di chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da orario pieno a orario ridotto o parziale, in deroga ai contingenti previsti dalle disposizioni vigenti, fino al raggiungimento del limite di età pensionabile.
Infine, si modifica il codice penale inasprendo la sanzione per le lesioni personali quando la persona offesa è esercente una professione sanitaria o sociosanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio.


Medici “a gettone”, appello della Società italiana d’igiene (Siti): serve una forte azione governativa per migliorare il servizio offerto in tutte le strutture pubbliche

Gli Igienisti vedono con soddisfazione le misure proposte dal Ministero e rivolgono un appello al Governo affinché vengano affrontate le criticità dell’esternalizzazione dei servizi, a favore di un miglioramento delle condizioni di lavoro, valorizzazione delle competenze e incremento della remunerazione di tutti i dipendenti sanitari. La diffusione del sistema dei “medici a gettone”, nato per sopperire alle carenze di personale nel Servizio pubblico generate dai vincoli di assunzione e dai tagli alla Sanità dell’ultimo decennio, sta contribuendo all’erosione dello stesso in termini economici, etici e di qualità del servizio offerto. Questo fenomeno è maggiormente noto a livello dei Pronto Soccorso dove, complici le scarse condizioni lavorative, i rischi professionali e di salvaguardia personale degli operatori sanitari, si sta assistendo ad un forte calo di attrattiva del lavoro stesso. In realtà la sua applicazione è molto più estesa e coinvolge anche altri Servizi sanitari dove, per colmare le carenze in termini di risorse umane, vengono banditi contratti “a chiamata” ricorrendo sempre più frequentemente all’esternalizzazione del servizio. Nella maggior parte dei casi, il reclutamento di personale medico riguarda professionisti con minor esperienza e senza specializzazione, determinando, inevitabilmente, un calo della qualità del servizio offerto ai cittadini.

Il medico gettonista, equiparabile ad un “consulente” chiamato a coprire turni con cadenza irregolare, ha un legame debole ed una minor conoscenza nei confronti del servizio in cui va a lavorare, creando un forte distacco dalle necessità e dagli obiettivi della struttura in cui presta la propria opera. Inoltre, la responsabilità è limitata ai soli turni coperti, minando la continuità assistenziale fornita ai pazienti, uno dei cardini del nostro sistema sanitario. Questo utilizzo improprio dei contratti a chiamata porta, inoltre, alla diffusione di malcontento tra i dipendenti che, a fronte di un maggior carico di ore di lavoro e di responsabilità, si trovano a ricevere una remunerazione significativamente inferiore rispetto ai colleghi “a gettone”. Ciò sta favorendo l’abbandono di molti professionisti con contratto dipendente, salvo poi continuare a svolgere lo stesso lavoro ma con un contratto a chiamata. “La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) – dichiara la Presidente Roberta Siliquini – pur vedendo con soddisfazione il decreto presentato dal Ministro Schillaci per colmare le carenze nei Pronto Soccorso e arginare il fenomeno dei medici ‘a gettone’, invita ad un ulteriore sforzo governativo finalizzato a migliorare il servizio offerto in tutte le strutture pubbliche. A tal scopo è necessario affrontare le criticità dell’esternalizzazione dei servizi puntando piuttosto a migliorare le condizioni di lavoro, valorizzare le competenze e incrementare la remunerazione di tutti i dipendenti sanitari, favorendo un aumento di attrattività del servizio pubblico. A ciò bisogna inevitabilmente affiancare un’attenta programmazione anche in merito alle Scuole di Specializzazione, per far sì che il numero di borse bandite rispecchi le reali necessità del Servizio Sanitario Nazionale degli anni a venire”.


Anelli (Fnomceo): “Bene attenzione ai medici e ai professionisti, ma serve intervento straordinario per SSN”

“Provvedimenti attesi, che incentivano il lavoro dei medici nei reparti più in crisi, come il Pronto Soccorso, e che dimostrano l’attenzione e la sensibilità del Ministro della Salute Orazio Schillaci e dell’intero Governo verso i medici, i professionisti e la sostenibilità del nostro Servizio sanitario nazionale”. È positivo il giudizio del presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, sulle notizie di stampa che filtrano in merito al “Decreto Bollette”. “La strada è quella giusta – continua Anelli – ma è solo l’inizio: bisogna rendere attrattivo il nostro SSN, attraverso un intervento di sostegno ai professionisti, in maniera sistemica e globale. È necessario intervenire non solo sul piano economico ma anche su quello delle condizioni di lavoro, oggi insostenibili e con gravi ricadute sulla salute degli operatori, oltre che sulla loro vita privata e familiare. Una crisi che riguarda il personale di tutti i sistemi sanitari europei, sulla quale la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, tramite il suo Ufficio europeo è recentemente intervenuta con la Carta di Bucarest. Un primo passo, anche qui, è quello sulla sicurezza e la prevenzione della violenza, che troverebbe spazio nel provvedimento. Occorre però agire a livello più ampio, aumentando gli investimenti, programmando e ampliando le assunzioni, migliorando le condizioni di lavoro”.

“Per quanto riguarda l’intervento sui “gettonisti” – conclude – siamo d’accordo con il Ministro: occorrono regole certe e uguale per tutti. Uguali devono essere i limiti di età e le competenze richieste. Vedrei bene, però, un meccanismo di premialità per chi decide di rimanere nel Servizio sanitario nazionale, più che disincentivi per chi decide di andarsene. Il rischio, infatti, è che alla fine in molti finiscano nelle strutture private, con un effetto boomerang di depauperamento della sanità pubblica. La soluzione è un intervento straordinario a favore delle professioni sanitarie per rendere attrattivo e sostenere il Servizio sanitario nazionale nella sua globalità e a tutti i livelli”.


Fiaso: “Provvedimenti per superare la carenza di personale nei pronto soccorso in linea con le richieste delle aziende sanitarie”

“Avevamo richiesto una legislazione speciale per superare immediatamente la carenza di medici nelle aree di emergenza attraverso l’impiego di tutte le risorse disponibili. Le disposizioni in materia di salute, all’esame del Consiglio dei Ministri, sembra vadano in questa direzione”, è il primo commento del presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, Giovanni Migliore. “Apprezziamo – aggiunge il presidente Fiaso – i provvedimenti che consentono l’immediato incremento dei compensi per i medici di pronto soccorso e la possibilità di assumere con contratto libero-professionale i medici in formazione, così come noi avevamo auspicato. Bene anche le misure finalizzate a limitare il ricorso ai ‘gettonisti’, compresa l’impossibilità per chi interrompe il rapporto di lavoro con il servizio sanitario nazionale di tornare successivamente sui propri passi”. Importante anche il riconoscimento dell’aggravante specifica in tutti i casi di violenza nei confronti degli operatori sanitari. “Le aggressioni nei luoghi di cura vanno assolutamente fermate. Eliminare la valutazione sulla gravità per la procedibilità d’ufficio del reato è senza dubbio un deterrente”, conclude Giovanni Migliore.


FNOPI: “Bene il decreto energia: infermieri senza più vincolo di esclusività”

La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche accoglie con soddisfazione le misure approvate ieri in Consiglio dei Ministri in materia sanitaria, inserite nel cosiddetto Dl Energia.  “In particolare, era da tempo auspicata – afferma la Fnopi – l’abolizione strutturale del vincolo di esclusività per le professioni sanitarie, che consentirà agli infermieri dipendenti di esercitare la libera professione senza restrizioni di orario. Un primo passo per aumentare le ore di assistenza sul territorio, anche in considerazione dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.  La possibilità per gli operatori delle professioni sanitarie appartenenti al comparto sanità di svolgere attività libero professionale anche presso strutture diverse da quella di appartenenza al di fuori dell’orario di servizio risponde a quanto richiesto storicamente dalla Federazione e a quanto emerso dalle richieste degli Stati generali della professione infermieristica e dalle indicazioni scaturite dalla Consensus Conference, a cui hanno partecipato gli stakeholder più illustri della sanità nazionale. Sul fronte della violenza sugli infermieri, più volte denunciata dalla stessa FNOPI, viene accolta con soddisfazione l’intenzione di inasprire le pene per gli aggressori, anche se la Federazione continua a ritenere che tali episodi siano un sintomo di un malessere più profondo, che affonda le radici in una mancata riorganizzazione dei servizi, nella carenza di personale e in una scarsa educazione al rispetto. La Federazione Infermieri sottolinea inoltre che l’incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive nei servizi di emergenza-urgenza è sicuramente un provvedimento atteso e auspica un veloce e rapido riconoscimento dell’indennità di pronto soccorso, arginando le fughe di personale e rendendo più attrattiva un’area decisamente in sofferenza, anche se non l’unica, del nostro SSN”.


Plauso della FNO TSRM e PSTRP per lo sblocco del vincolo di esclusività

Soddisfazione della FNO TSRM e PSTRP per le misure adottate ieri all’interno del “DL Energia”, che ha spinto l’esecutivo  a modificare le regole sul vincolo di esclusività per le professioni sanitarie. «Sin dall’inizio di questa Legislatura abbiamo sempre ribadito, nel corso di tutti gli incontri istituzionali avuti, che il superamento del vincolo di esclusività per tutte le professioni sanitarie fosse tanto auspicabile quanto necessario. – commenta Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP, che aggiunge – Oggi apprendiamo con favore che nel cosiddetto Decreto bollette approvato ieri dal Consiglio dei Ministri il Governo ha ritenuto opportuno includere una parte sulla sanità, nella quale è presente un articolo che prevede proprio l’auspicato superamento del vincolo di esclusività per le nostre professioni sanitarie». Parimenti condivisibile e apprezzabile l’articolo che mira a tutelare gli operatori sanitari che subiscono violenza, anche se riteniamo che l’inasprimento della pena non può e non deve essere l’unico strumento da adottare. È, infatti, anche necessario puntare alla prevenzione e ristabilire un’alleanza positiva con il cittadino, promuovendo iniziative di sensibilizzazione in tale direzione. Infine, da segnalare anche la previsione di un incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive nei servizi di emergenza-urgenza, che costituisce un riconoscimento a chi opera in servizi di prima linea. Anche in questo caso, va sottolineato che sarebbe auspicabile valorizzare tutti coloro i quali, pur non operando in servizi di emergenza-urgenza, sono sottoposti a stress lavorativi altrettanto impegnativi.

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