
Secondo il report Aifa, con i dati aggiornati a dicembre 2022, l’incidenza del consumo di farmaco biosimilare è eterogenea sul territorio nazionale, con regioni che utilizzano esclusivamente i biosimilari e altre in cui l’incidenza del consumo è molto basso o addirittura nullo.
A livello nazionale, considerando l’andamento dei consumi nel periodo gennaio 2021 – dicembre 2022, si osserva un uso prevalente del biosimilare (nel 2022 valori superiori all’80%) per molti dei medicinali valutati, quali anticorpi monoclonali, ebpm, epoetine, fattori di crescita e teriparatide. Per le categorie follitropine, insuline e somatropina, invece, prevale l’uso dell’originator o del gruppo “altro”. È quanto emerge dal Monitoraggio dei farmaci biologici a brevetto scaduto, periodo gennaio-dicembre 2022 dell’Aifa. L’analisi della variabilità regionale mostra che l’incidenza del consumo di farmaco biosimilare è eterogenea sul territorio nazionale, con regioni che utilizzano esclusivamente i biosimilari e altre in cui l’incidenza del consumo è molto basso o addirittura nullo. L’Agenzia rileva inoltre che nel 2022 non hanno fatto ingresso nuovi biosimilari, mentre per il 2023 si prevede l’ingresso sul mercato di biosimilari per i farmaci biologici che hanno perso il brevetto negli anni 2022-2023, quali ranibizumab e eculizumab.
“Negli ultimi mesi il monitoraggio dei biosimilari – precisa l’Agenzia – è stato potenziato con l’aggiunta di un approfondimento specifico sulla stima del risparmio, con il quale vengono fornite, per ogni regione, diversi scenari con il potenziale risparmio ottenibile nel canale degli acquisti diretti. In particolare, per ogni molecola vengono considerati 4 possibili scenari di risparmio, stimando il risparmio ottenibile in ciascuna regione. A livello nazionale, per l’intero anno 2022 è possibile stimare un risparmio complessivo (per tutti i p.a) che va da un minimo di 60 mln di euro dello scenario 1 ad un massimo di 250 mln di euro dello scenario 4. Il medicinale biologico con il maggior margine di risparmio ottenibile è adalimumab, seguito ebpm, epoetine e etanercept. In conclusione, afferma l’Aifa. l’introduzione sul mercato di farmaci biosimilari rappresenta una importante occasione di efficientamento economico della spesa sanitaria senza compromettere le garanzie di efficacia e sicurezza che rimangono il cardine dell’assistenza farmaceutica.