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A tu per tu con Carla Ancona

Carla Ancona
Assieme a Carla Ancona, Presidente Associazione Italiana di Epidemiologia, abbiamo preso in esame come l’Hta può giocare un ruolo importante ai fini di un Servizio Sanitario Nazionale di qualità, sostenibile e accessibile a tutti i cittadini. “Epidemiologia e Hta – sottolinea la Ancona – sono da intendere come discipline complementari che lavorano assieme”

Hta come promotore di sostenibilità. Un concetto che porrei alla base del nostro ragionamento. La prima domanda è secca: lo abbiamo davvero capito tutti?
Efficacia e sicurezza, costo-efficacia, individuazione delle priorità, innovazione responsabile, equità nell’accesso, ricerca e monitoraggio sono i principali e consolidati aspetti chiave da considerare quando si valutano le tecnologie sanitarie e la loro relazione con la sostenibilità del Ssn. Questi concetti sono indispensabili e necessari affinché il Servizio Sanitario Nazionale garantisca un’assistenza di qualità, accessibile e sostenibile per tutti i cittadini. La sostenibilità del Ssn si riferisce infatti alla capacità di garantire un accesso equo e adeguato alle cure e ai servizi sanitari per tutti i cittadini, senza compromettere la qualità dell’assistenza e senza sovraccaricare le risorse finanziarie e umane disponibili. L’Hta consente quindi di comprendere meglio effetti, benefici e limiti, così come i costi associati delle tecnologie sanitarie, e questo è fondamentale per prendere decisioni informate in merito alla loro inclusione all’interno del Ssn.

Si parla spesso di quanto l’Hta sia rilevante per figure come i manager sanitari, gli ingegneri clinici o i farmacisti, ma vogliamo fare il punto su quale sia il supporto dell’Hta alle attività degli epidemiologi?
Non vedo le due discipline come una al supporto dall’altra, evidenzierei soprattutto gli aspetti di interconnessione delle competenze nell’ottica della tutela della Salute Pubblica. Epidemiologia e Hta condividono numerosi aspetti comuni, anche e soprattutto metodologici, ed entrambe svolgono un ruolo cruciale nel valutare l’efficacia e l’efficienza al fine di favorire la sostenibilità dei sistemi sanitari. La metodologia comune si basa su processi di monitoraggio e valutazione continui per valutare l’efficacia delle politiche e delle tecnologie sanitarie e apportare eventuali correzioni o miglioramenti. Il punto di partenza è per entrambe l’analisi critica delle prove scientifiche disponibili.
L’epidemiologia valutativa ha il compito di valutare efficacia e sicurezza di una nuova tecnologia nella pratica, utilizzando i cosiddetti “real world data”. Molto spesso vengono immessi nel mercato nuovi dispositivi di cui non conosciamo il reale valore innovativo. Affiancare l’Hta all’epidemiologia valutativa permetterebbe di selezionare meglio le nuove tecnologie che corrispondono ad una vera innovazione, prima di renderle disponibili solo sulla base di limitate conoscenze. Entrambe le discipline contribuiscono alla promozione della salute pubblica e al miglioramento dell’assistenza sanitaria. L’epidemiologia identifica i fattori di rischio e le cause delle malattie, la valutazione delle tecnologie aiuta a identificare le opzioni terapeutiche e diagnostiche più efficaci ed efficienti. Entrambi i campi prendono in considerazione l’aspetto economico delle decisioni sanitarie. L’epidemiologia studia l’impatto dei costi delle malattie sulla società e il sistema sanitario, mentre la valutazione delle tecnologie sanitarie analizza il rapporto tra costi e benefici delle diverse tecnologie mediche. Il tema dell’equità nell’accesso alle cure è un altro importante fattore in comune. L’epidemiologia può identificare disparità di salute tra gruppi di popolazione, mentre la valutazione delle tecnologie sanitarie mira a garantire che le tecnologie adottate siano disponibili e accessibili a tutti i pazienti in modo equo.
Definirei dunque l’epidemiologia e l’Hta discipline complementari che lavorano insieme per garantire che le politiche sanitarie e l’assistenza medica siano basate sull’evidenza scientifica, siano efficienti e in grado di migliorare la salute e il benessere della popolazione.

Ci può essere una Hta della prevenzione? Quale il connubio (virtuoso)?
Hta e prevenzione condividono l’obiettivo del miglioramento della salute della popolazione e dell’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse sanitarie. Unendo queste due strategie, è possibile promuovere un sistema sanitario più sostenibile ed efficiente. Ad esempio, l’approccio evidence-based assicura che le risorse vengano concentrate su strategie preventive che hanno dimostrato di essere efficaci nel ridurre l’incidenza di malattie e promuovere la salute.
L’Hta aiuta ad integrare le valutazioni relative all’efficacia con altre dimensioni rilevanti per le scelte delle diverse opzioni preventive, come l’impatto sui costi, sull’organizzazione dei servizi e sull’equità, consentendo di indirizzare le risorse verso quegli interventi di prevenzione che offrono i maggiori benefici in termini di salute pubblica. Questo approccio permette di stabilire le priorità nell’implementazione delle azioni preventive, concentrandosi su quelle che possono avere il maggior impatto sulla salute della popolazione. Il connubio tra Hta e prevenzione permette di monitorare l’efficacia delle strategie preventive nel tempo, consentendo, se necessario, di apportare eventuali aggiustamenti. La prevenzione può aiutare a ridurre la frequenza di malattie croniche e delle complicazioni ad esse associate, contribuendo a diminuire i costi sanitari a lungo termine. L’Hta può supportare questa prospettiva, valorizzando quelle misure preventive con il miglior rapporto costo-efficacia. La combinazione tra valutazione delle tecnologie sanitarie e prevenzione può rappresentare un approccio vincente per promuovere la salute e garantire una gestione efficiente delle risorse sanitarie. Unendo l’evidenza scientifica alle strategie preventive, è possibile ottenere risultati positivi e duraturi sulla salute della popolazione.

Calando il teorico, nel pratico: portando a regime il nuovo piano nazionale Hta quale sarebbe l’impatto sulle politiche di tutela della salute della popolazione?
Non penso ci siano dubbi sul fatto che Investire di più nella valutazione accurata delle tecnologie consentirebbe di massimizzare i benefici per i pazienti e l’intero sistema sanitario, evitando spese inutili e potenzialmente dannose. Tuttavia, passando dagli aspetti teorici alla pratica, la valutazione delle tecnologie sanitarie incontra, anche nel nostro Paese, diversi ostacoli insiti nella complessità delle tecnologie, scarsità di dati a disposizione, costi elevati, fattore tempo, interessi economici e politici, etereogeneità tra le regioni, resistenza al cambiamento, e aspetti di comunicazione ed informazione. Il superamento di queste criticità dovrebbe avere un impatto significativo sulle politiche di tutela della salute della popolazione, promuovendo scelte terapeutiche basate sull’evidenza, migliorando l’accesso alle cure, ottimizzando la gestione delle risorse, riducendo gli sprechi, incentivando l’innovazione responsabile e favorendo un coinvolgimento più ampio delle parti interessate. L’efficacia del Piano dipenderebbe dalla sua implementazione efficace e dal supporto da parte delle autorità sanitarie e della società nel suo complesso. Il nuovo Piano nazionale Hta può incentivare l’innovazione responsabile nel campo della salute: aziende e sviluppatori di tecnologie saranno motivati a fornire dati e prove scientifiche per dimostrare l’efficacia e l’utilità delle loro innovazioni, favorendo l’adozione di tecnologie davvero utili e sicure. Nell’ottica di un aumento dell’efficienza il Piano favorisce un maggiore coordinamento tra le diverse iniziative regionali, una maggiore omogeneità di approccio e di metodologie utilizzate, un supporto alle indispensabili iniziative di miglioramento delle competenze. Infine, l’Hta sta spostando sempre di più il focus sull’inclusione delle voci dei pazienti nelle decisioni riguardanti l’accesso alle cure e alle tecnologie. Il coinvolgimento dei pazienti può fornire una prospettiva più completa e umanistica nella valutazione delle tecnologie. Sono anche indispensabili l’adeguamento continuo delle competenze dei professionisti che si occupano di Hta e la cura dell’approccio multidisciplinare.

Si potrebbe osare di più? Quali i possibili sviluppi di applicazione?
La medicina personalizzata e la genetica stanno diventando sempre più rilevanti nel campo della salute. Ciò comporta la necessità di valutare l’efficacia e l’efficienza di trattamenti specifici per sottogruppi di pazienti con determinate caratteristiche genetiche o biomarcatori. Un altro tema è quello dei Big Data e delle tecniche di intelligenza artificiale che da un lato consentono di ottenere dati più accurati, con tempi di risposta potenzialmente brevi, e quindi di prendere decisioni migliori riguardo all’allocazione delle risorse e alla valutazione delle tecnologie ma dall’altro hanno insita la necessità di aggiornamento continuo e richiedono la disponibilità di competenze tecniche che non sempre sono disponibili o previste tra le figure professionali inquadrate nel Ssn.
Un programma di valutazione osservazionale di efficacia e sicurezza delle nuove tecnologie introdotte sul mercato sarebbe fondamentale per valutare l’efficacia nella pratica. A questo potrebbero contribuire le stesse aziende produttrici in un meccanismo virtuoso di collaborazione pubblico privato. Infine, la pandemia Covid-19 ha evidenziato la necessità di rivedere le metodologie dell’HTA in situazioni di emergenza sanitaria. Questo ha portato a nuove sfide e opportunità per l’HTA in risposta a situazioni impreviste e urgenti.

Il prossimo autunno tornerà l’appuntamento con il congresso Sihta. Tante le questioni da dibattere in un momento in cui tutti chiedono di programmare il futuro della Sanità che sia in linea con i prossimi bisogni del Paese. Quale il primo punto che metterebbe all’ordine del giorno?
Ne metterei due. Il primo è il contrasto alle diseguaglianze e l’equità nell’accesso alle tecnologie di comprovata efficacia. L’Hta può (e deve) contribuire a garantire un accesso equo alle cure, riducendo così il rischio di disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari. Il secondo riguarda invece la disponibilità dei dati. Le tecnologie innovative sono talvolta immesse nel mercato anche in assenza di dati sufficienti o prove scientifiche a supporto della loro efficacia e, a volte, della loro sicurezza. La mancanza di dati può rendere difficile giudicare il valore di una tecnologia e prendere decisioni informate sulla sua inclusione nel Ssn.

 


Sihta 2023

 

 

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